mercoledì 29 agosto 2012

Dea Bendata

Non che poi lo becco in centro con una tizia (brutto viso, occhiali da vista indie, capelli cortissimi decolorati, grassa - ma dopotutto, io non sono attendibile).
E mi sfotte pure. E fa il simpatico, pure.

E ho avuto gli occhi lucidi tutta la sera, pure.

E la cosa che mi ferisce di più è che io sì, ho facilmente ragazzi che mi interessano, ma non ho altrettanto facilmente ragazzi che mi piacciono, che è ben altra faccenda.
Ed era da tempo, da tanto tempo, che non mi piaceva nessuno come mi piaceva lui.

Quindi, stamattina ho pensato "bè dai, sfortunata in amore, fortunata al gioco, no?".
Ho comprato un gratta e vinci.
Ho vinto 3 euro.
Il gratta e vinci costava 3 euro.

L’area di azione della mia sfortuna si basa sul principio dei vasi comunicanti.

sabato 25 agosto 2012

Incubi

Spesso mi capita di valutare le mie opinioni riguardo alcune cose, verificandone l'obbiettività, la veridicità, le motivazioni per le quali mi sono fatta un'idea del genere riguardo quella cosa, quell'argomento, quel fatto.
Per questo, è un paio di giorni che, più o meno inconsciamente, a cosa distingua un sogno da un incubo.
O, anche, cosa trasformi un sogno in un incubo. 

Questo perché l'altra notte ho fatto un sogno meraviglioso.
Praticamente, non per sembrare smielata, ma ho sognato di avere un ragazzo. 
E ci stavo bene insieme, avevamo un'intesa da paura, c'era una chimica tra di noi che mi ha spaventato tanto era bella e splendente.

Il sogno si è trasformato in un incubo nel momento in cui mi sono riconosciuta nella mia camera, da sola, con la luce dell'alba che scivolava tra i buchi delle serrande parzialmente abbassate, mentre la radiosveglia sul comodino segnava le 05:07.
Ed ero sola.

giovedì 23 agosto 2012

Segni Particolari

Ieri sera. 
Ieri sera sono andata con alcuni della compagnia a Portovecchio, in Veneto, perché ieri sera Max suonava con il suo secondo gruppo e a me andava bene, visto che tre su quattro degli altri membri erano al liceo con me (non in classe insieme) e volevo salutarli.
E poi, diciamocelo, non è che ultimamente il mondo impazzisca di cose da fare di sera.

Morale, ci troviamo in una sagra sperduta da qualche parte giù per Porto, e in quello lo vedo arrivare.
P.
P. non è altro che un mio caro amico, confidente più o meno, che non ha più occasione di ricoprire questo ruolo perché non abitiamo nella stessa città e perché non andiamo più nella stessa scuola; perché non abbiamo più occasione di incontrarci, insomma. Se non per puro caso.

Insomma, ieri gli vado incontro, lo saluto con un pugno sulla spalla, lui mi risponde nello stesso modo e mi dice:
"C'eravamo io e M. e non capivamo se eri tu".
"...e quindi?"
"Bè, io ti ho riconosciuta dal modo in cui fumavi".

Il dettaglio è che, due anni fa, lui mi piaceva da matti.
Mi si è spezzato il cuore. Ancora.


venerdì 10 agosto 2012

Bambina

Stavo pensando che sono stata meglio questi cinque o sei giorni in Croazia con 5 amici in croce che non gli ultimi due mesi in Italia dove di amici ho l'imbarazzo della scelta.
Che poi, l'altro ieri era il mio compleanno e adesso di anni ne ho 20.
E sento un cambiamento sotterraneo che mi gela il sangue; no, non parlo di quelle cazzate della serie "ora mi sento matura" "ora sono una persona seria" etc. etc. 
Al massimo penso "ora sono vecchia".
Che poi, l'altro giorno, che siamo usciti dal campeggio e il bagno siamo andati a farlo in un'altra baia, più nascosta ai turisti e dove vanno i ragazzi del posto, mi sono avvicinata al dirupo dal quale si sono lanciati alcuni miei amici, incuranti del pericolo.
Mi sono accucciata sul bordo e facendo attenzione a non sporgermi troppo ho sbirciato sull'acqua che sembrava aspettarci solo noi, 8 metri al di sotto della roccia che ci reggeva ed era tutta blu e verde e azzurra e tutte le sfumature che ci stanno nel mezzo. 
Io mi sentivo piccolissima, una bambina che ha paura a scendere dalla macchina dei genitori il primo giorno di scuola e che guarda il cemento del marciapiede con sospetto e sì, anche paura. 

Passi gli anni a contare i compleanni finché non finisci le dita delle mani due volte per poi sentirti piccoletta altre centinaia di volte.
Guardando giù. Facendo a gara a chi vede più stelle cadenti. Abbracciando quel ragazzo che può anche avere un anno o due in meno di te, ma che ti fa sentire bambina ancora un po'.