mercoledì 24 ottobre 2012

A volte capita

Dicevo, a volte capita che ci pensi.
Ma andiamo con ordine.

Lunedì pomeriggio, per la prima volta dopo anni di incompatibilità di tempo (quando lei era libera non lo ero io e viceversa), sono riuscita ad uscire con F.
F. non è nessun'altra se non una mia carissima amica di infanzia, che conosco dalle scuole materne. Per farvi capire, un aneddoto che mi ha ricordato è stato che, quando arrivavo la mattina (ogni santissima mattina), scoppiavo in lacrime perché non volevo rimanere lì; allora, lei prendeva un fazzoletto, mi soffiava il naso e mi portava dentro per manina.
Da bambini siamo tutti più buoni. (e anche cattivi, ammettiamolo, ma ricordiamoci delle cose belle).

E, insomma, abbiamo parlato un po'. non è che le nostre esistenze si siano divise troppo, da allora. Alle medie ci frequentavamo ancora e così alle superiori, anche perché abbiamo avuto delle amicizie in comune.
Ecco, ma mentre io alla fine ho cambiato compagnia, lei è rimasta con questi così detti amici in comune, ma con due delle quali, circa sei mesi fa, ha litigato pesantemente e non li sente più da allora.
Una di queste due non ha il carattere facile. Per niente. Per averci a che fare devi essere forte, non dar peso alle cattiverie che non sai come prendere, non mortificarti per le cose che dice che, spesso, sono maligne in maniera davvero fuori luogo e gratuita.
Per questo, F. mi diceva che, nonostante ci sia rimasta comunque male per "la rottura", quest'ultima le ha fatto in qualche modo bene; si è resa conto che se una persona ti tratta così, se ti fa stare male in quel modo, se il rapporto di amicizia sembra essere unilaterale, non ha senso. Dice che sta meglio.
Ma sopratutto, dice che, a priori, non sa come abbia fatto a mandare avanti una situazione del genere, come abbia fatto a passare sopra a tutto quel veleno.

Mi ha fatto pensare a Maria.
Non so se ve ne ho mai parlato.
Vabbè, Maria è un'altra mia amica di infanzia, la conosco da quando abbiamo 6 anni, ma fino alle superiori non siamo mai state in classe insieme, e solo allora i rapporti si sono fatti molto stretti.
Io per vari motivi, dalla prima superiore circa, ho sempre reputato l'amicizia stretta tra ragazze sopravalutata. Chiaro, ci sono le amicizie belle, ma mi sto rendendo conto di averle trovate quasi tutte solo negli ultimi due anni.
Comunque, lei si è subito dichiarata la mia migliore amica.
(e io ci avevo anche creduto)
Morale: ora non ci parliamo più. Non ci salutiamo nemmeno. Per una serie di questioni/incomprensioni/altro venute fuori nell'ultimo anno, la situazione è questa, ed è chiaro che, anche se per qualche oscuro motivo dovessimo tornare amiche, non sarà mai e poi mai e poi mai ecc come prima.
Questo perché, quando guardi le cose in maniera obiettiva (come me ora), è come se acquistassero finalmente la luce giusta.
Chiaro, le cose belle rimangono belle, bellissime e luminose e luccicanti, abbaglianti.
Sono le cose che all'epoca, bè, non è che ti sembrassero brutta, solo...strane, ecco, quelle si girano e ti mostrano la prospettiva corretta.

E ti chiedi come tu abbia fatto.
Come tu abbia fatto a passare sopra a tante cose. Per esempio a quando lei ti ha fatto una scenata in pubblico senza alcun motivo, solo per mostrare una tua ipotetica incompetenza su cose che non ti riguardavano nemmeno, solo per invidia o gelosia.
Quando ti mette i bastoni fra le ruote col ragazzo che ti piace e tu, in buona fede, pensi non l'abbia fatto apposta e poi vieni a sapere che era tutto tranne che casuale. Vieni anche a sapere che la motivazione era "io non avevo il ragazzo, se lei l'avesse trovato io sarei rimasta sola".
E sopratutto, questa è bella:
Io ero innamorata persa di L. Lui anche di me. Miracolo.
Ma anche un'altra ragazza gli andava dietro, e chiede a Maria di dividerci.
Cosa pensate che lei abbia fatto, in qualità di "Mia Migliore Amica"?
C'ha provato. A dividerci, intendo.
Poi vabbè, lui mi ha lasciata e l'altra, che era mia amica, non mi parlò mai più, e volete sapere la parte bella?
Che Maria aveva accettato di farlo per togliermi dal gioco. Si creò una specie di triumvirato tra loro tre, e lei non perdeva occasione di venirmi a raccontare (a me, col cuore a pezzi), che il giorno prima era uscita con L. e l'altra e avevano fatto questo e questo e questo e di quanto si era divertita.
A una settimana da quando lui mi aveva lasciata.

Davvero, non so perché io abbia lasciato correre.
La cosa certa è che ho sempre lasciato fiducia alla gente. Una, due, anche tre volte.
E anche se A. domenica mi ha scritto, senza un apparente motivo che non fosse sentirmi, sentire me (solo perchè aveva voglia di sentire ME - scusate, ma per me è una situazione davvero alienante), lo prendo con le pinze.
Alla fine, è colpa mia se la gente mi prende in giro, e sarebbe anche ora di riconoscere un'inculata, quando arriva.

TRUST NO BITCH

mercoledì 17 ottobre 2012

Il mio regno per...

Credo di avere tre desideri veri. Cose pratiche, intendo, cose che desidero perché mi servono, perché funzionali.
1 - Passare l'esame di domani
2 - La patente / i soldi per iscrivermi a scuola guida
3 - L'appartamento a Udine.

Non tanto perché la vita da pendolare sia disagevole. Oddio, in un paio di casi sì (tipo che domani mattina devo prendere il treno delle 06.53 e partire mezz'ora prima da casa), ma in linea di massima neanche tanto.
Ricordiamo che io adoro viaggiare in treno.

Quello che vorrei tanto è staccare. Tornare qui giusto due giorni, non beccarmelo in macchina mentre attraverso sotto casa, non avere paura di trovarlo al bar davanti al quale sono costretta a passare rincasando, durante l'ora dell'aperitivo.
Ma anche solo fumarmi l'ultima sigaretta guardando un panorama diverso dal solito.
La luce della luna è diversa in ogni città.

+

Vado di là và. Ultima ripassata lampo, ultima sigaretta e mega dormita, che domani si prospetta una giornata oscena.

lunedì 15 ottobre 2012

I Vote For Vodka!

Sabato sera mi sono ubriacata.
Okay okay lo so che non è l'icipit migliore a cui potevo pensare, ma oh, e la verità.
Dicevo sì, sabto ero bella carica. E lì è successa una cosa buffa.

Ma prima, uno dei miei siparietti:
a me bere non dispiace. Una birra il venerdì sera è il mio rituale di chiusura della settimana, uno spritz il sabato pomeriggio ci sta sempre, una bevuta in compagnia non si nega mai.
Io mi ubriaco male solo una volta all'anno, a random.
Questo sabato era la volta del 2012.
Fine siparietto.

Ecco, mentro ero in stato semi-comatoso su di una sedia, trovando magicamente la forza di pensare che io, in qualche modo, a casa ci dovevo tornare, mi sono fatta i miei viaggi.

E, anche se erano i pensieri di un'ubriaca persa, sono riusciti a tirarmi su il morale, a farmi prendere in qualche modo coscienza delle mie qualità e capacità.
E sapete da dove nacquero questi pensieri?

Dal fatto che sapevo che la mattina dopo sarei stata comunque in grado di studiare.
Perché, se preferite potete non credermi, ma io non ho postumi da sbornia dal 6 agosto 2010, non importa quanto abbia bevuto, non importa dove/come/quanto io abbia dormito.
Io la mattina dopo mi sveglio nuova.

+

Aleh, seriamente, dovresti trovare degli incipit migliori.
E smettere di fare queste cose. Non hai più il fisico.


giovedì 11 ottobre 2012

Veglia

Mi dispiace ma questo non sarà un post allegro.
Lo dico ora per prevenzione.

Ieri mattina mi sono svegliata di botto intorno alle 4 del mattino. Non sono più riuscita ad addormentarmi.
Oddio, non è stata chissà che grande perdita, mi dovevo alzare alle 5 e mezza per prendere il treno un'ora dopo, considerando anche la strada per la stazione.
Tuttavia. Tuttavia.
Non sono più riuscita a chiudere occhio per un motivo preciso.

Non sono felice. Non sono contenta.
Certo, ci sono piccole cose che mi tirano fuori il sorriso da dentro (stamattina sono appunto uscita alle 6 e c'erano delle stelle stupende e, oh mio dio la luna, c'era la luna bianchissima che davvero sembrava ridersela dell'aurora che sfiorava le montagne sull'orizzonte).
Ma nient'altro, niente se non questi picchi di felicità - blanda, a dir la verità - che si buttano sulla mia strada durante la giornata, ma a caso.
Non che non sappia più apprezzare le piccole cose; quando oggi pomeriggio mi sono fatta finalmente una doccia ero senza esagerazione una delle persone più felici sulla faccia della terra.

Ma sono tesa, sempre.
Scoraggiata, sempre.
Arrabbiata, sempre.

Ed è questa la cosa che mi preoccupa più di tutto il resto. Ho sempre come uno strato di ira trattenuta, di elettricità statica a ricoprirmi la pelle, e non so come farla uscire.
Come se, nel caso scoppiasse all'improvviso, possa ferire me o peggio, tipo qualcuno a cui voglio davvero bene.

No, perché mi sono svegliata ben prima dell'alba, a pensare a come sono arrivata a questo punto.
A vent'anni con un oceano di veleno dentro.
Un peso nel petto, lacrime che non ho ancora pianto agli angoli degli occhi e la vivida, vividissima sensazione di essere la creatura più sola del mondo.

domenica 7 ottobre 2012

Previsioni del futuro

In verità non so cosa scrivere, avevo solo voglia di scrivere sul blog.
Domani ricominciano le lezioni e non so se sono contenta o no...da un certo punto di vista sì, da un altro non molto...
Voglio dire, è la prova definitiva che l'estate è giunta al termine e mi fa un po' strano. Oddio, essendo ottobre sarebbe anche ora, ma è come se mentalmente rifiutassi questo slittamento verso l'autunno.
Sono già passati quattro mesi...e sono stati anche densi...

Vabbè, ad ogni modo ho rivisto A.
Ieri pomeriggio.
E oggi pomeriggio.

Ora, dopo settimane che non lo vedevo, quando finalmente mi stavo tirando un po' in qua...BAM.
Classico.
E nè ieri nè oggi ho sentito quel disagio che ho provato invece quella volta, qualche tempo fa.
Non lo so. Non lo so.
So solo che mi deve scrivere perché gli vado a prendere una felpa su a Udine [questa] e sì, sono stata stupida io. Ma tanto il negozio è lungo la strada che faccio ogni giorno, ed è la terza volta che faccio il corriere, quindi eimen.

E poi...vabbè, questa è una cosa mia.
Nel senso, se la gente mi tocca i capelli mi agito. Non posso farci niente. Non so neanche dire se sento come peggiore che qualcuno mi tocchi i capelli o che mi tocchi la faccia.
Ma se lo fa lui non mi dà fastidio. Al contrario.
Prima, per salutarmi, mi ha infilato le dita tra le ciocche e ha stretto la presa leggermente. Poi le ha fatte scorrere fino alle punte.

Eeeeeeee eccoci di nuovo dentro.

No ragazzi, seriamente.
Se continuate così io divento una serial-killer di quelle davvero cattive.

sabato 6 ottobre 2012

Fiabette di vita vissuta

Ora vi racconto una favola.

C'era una volta questa ragazza piccoletta, che se ne stava tranquilla ad un tavolo della biblioteca civica della sua città. Aveva scelto un tavolino fuori, sotto il portico del bar, in modo da poter tradurre il suo bel racconto e fumare senza fare due piani di scale.
La ragazza piccoletta è anche molto pigra.

Morale, stava facendo la sua bella traduzione quando, perdonate il paradosso, le plana sul tavolo una barchetta di carta.
Una cazzo di barchetta di carta.
Alza la testa e vede un tizio (brutto) che le sorride da dietro una massa di capelli e che se ne va di gran carriera. UAO.
[liberiamo il sarcasmo nell'aria, miei amici. Liberiamolo!]
Decise comunque di lasciare la barchetta là, visto che era presa dentro e non vedeva l'ora di finire.
Si fecero le 6 e mezza, vide che ad un paio di tavoli più in là c'è un suo amichetto e decise di fare armi e bagagli per andarlo a salutare. Poi mi si ricorda della barchetta.
Su un lato c'era una grossa scritta rossa. "Aprimi".
Apriamola.

"Le rosse sono rosse
Le viole sono blu
Non sono un grande poeta
Ma mi piaci un sacco.
Ti và di uscire?
(numero di telefono)"

Ora.
Ora.
Di principio, io queste cose le odio. A morte. Tantissimo. Persino quando ero alle elementari, e allora non si metteva il numero di telefono ma due praticissime caselle con le opzioni "sì / no".
Anche perché, Dio sia lodato, quando io ero alle elementari i telefoni cellulari erano grandi come scatoloni dell'IKEA oppure, per noi piccoletti, una leggenda metropolitana. Sì, ho avuto un'infanzia vera in cui ci si innamorava di chi sapeva andare in bici senza mani.

Ma riprendiamo con la nostra storia.
La ragazza piccoletta si avvicinò all'amichetto per chiacchierare, e nota che è in compagnia di tre ragazzi, uno dei quale, visibilmente più grande di lei, lo conosceva già di vista, mentre gli altri due non li aveva mai incrociati in vent'anni di vita.
Quando uno di questi due prende e se ne và, salutando malamente.
boh.
E l'amichetto le fa: "Ehhh...bel colpo Aleh!"
"Cosa?"
"aì, la barchetta. Te l'ha mandata quello che se n'è appena andato."
"ma mi è sembrato piccolo"
"infatti. E' del '96".

'96.

No, un attimo. okay, io sono del '92. MA E' PICCOLO!
Ma...ma...
Okay, io odio le nuove generazioni. Ho dovuto assistere a IlMioUomo che andava con una '97 ritardata quando lui è del '91 e adesso devo anche essere molestata da sedicenni???

Fortuna che la prossima settimana c'è il compleanno del cugino della Ile.
Rugbisti. A noi piacciono i rugbisti.



mercoledì 3 ottobre 2012

La verità è dietro l'angolo

Come forse potete vedere, è uscito l'esito dell'esame di Lingua Russa che ho dato ieri. Pazzesco che per un esame io abbia aspettato più di quindici giorni e per un altro poco più di 24 ore.
Ad ogni modo.
Ho una paura assassina di aprire quella mail. So già che è andato male, so anche che se è così non c'è nulla di cui preoccuparsi perchè:
1- a questo appello c'era gente che cercava di darlo per la quarta volta
2- è obbiettivamente difficile
3- c'ho provato e non è strano, anzi, è perfettamente normale non riuscire a passare un esame, anche se è la seconda volta.
Sono cose che miei amici più grandi continuano a ripetermi per tranquillizzarmi ma davvero io ho PAURA.

Non voglio aprire quella mail.
Da una parte perché, sapendo già di non averlo passato, so che entrare in diretto contatto con la realtà mi farebbe sentire più sola di quanto già io non sia adesso.
Dall'altra, mi metterebbe una pulce stronza nell'orecchio, che non farebbe altro che ripetermi, "ma tu, cara, sei sicura di aver fatto la scelta giusta con questa università? Ma sicura sicura?".

Ecco.
Non voglio più sentirmi come se stessi sbagliando tutto.

lunedì 1 ottobre 2012

Cose da fare se...

Oggi apriamo la rubrica "Cose da fare per allontanare la donna che vi piace".
Sì uomini. E' tutta per voi.
Ma anche per le donne. Fa sempre bene sapere che queste cose non accadono solo a me/te/voi.

Questa scelta è per non annoiarvi con la cronologia della mia sfortuna, che riassumerò dicendo:
ieri mattina in due ore ho avute le tre seguenti notizie:
1- Martedì c'è sciopero dei treni. L'unico giorno che devo andare a Udine, questa settimana, è martedì.
2- Lunedì aumentano il prezzo del tabacco. Notare che ho cominciato a fumare tabacco da girare per risparmiare.
3- Mi hanno aggiunto una lezione di russo. Il Venerdì. Dalle 18 alle 20. Credeteci. Sì, credeteci che ci vada.

Tornando a noi.
Oggi pomeriggio stavo girando per la mia città, che c'era il mercatino dell'usato mensile, per cercare alcuni libri (ne ho comprati tre, pagandoli in totale 5€. Dio, io vivo per queste cose).
Avevo appena finito di fare compere, quando mi sono imbattuta in Numero4 e un suo amico, che conosco.
Siamo andati a fare aperitivo con un'altra nostra amica e lì è nata l'idea per il post.

Ragazzi, seriamente.
Vi piace una ragazza.
Non criticate mai, mai, mai, mai, mai, mai e poi mai quello che fa nella vita o quello che le piace fare nel tempo libero.
E per mai intendo MAI.

Non che mi devo passare un'ora in mezza con questo che mi sfotte perché stavo cercando libri e perché invece di lavorare in fabbrica, studio all'università.

Cioè, lui aveva anche qualche possibilità.
Ora ha più possibilità il cartonato dell'Era Glaciale 4.