domenica 30 dicembre 2012

Epilogo di A

Eeeeeeeeeeeeeeeed eccoci di nuovo qua.
Oggi sono incazzata. Che è più che altro un residuo di incazzatura di ieri, ma non fateci caso.

Vi ricordate di A. no?

Bene bene.
Si è trovato la morosa. Una sciacquetta del '94 che a 18 anni deve ancora finire lo IAL. Non so che peso abbia questa scuola dalle vostre parti, ma da noi si legge "per uomini che vogliono vincere facile", if you know what I mean.

Vabbè, la cosa di per sè mi tocca relativamente. L'ultima volta che l'ho sentito è stato due settimane fa, era il suo compleanno e gli ho fatto gli auguri, giusto per on fare la figura della faccia di merda.
E poi ho i miei intrallazzi in giro, lui lo calcolavo ben poco; diciamo che lo tenevo come riserva delle riserve, senza neanche troppe speranze.
Quindi, della cosa, come mi piace dire, "me ne fotte sega".
Ma?
Ma.

Ma le cose cambiamo nel momento in cui la mia amica G. si vede con C., amico di A., (più lettere vi prego, più lettere! Scusate la confusione), e il dialogo che avviene è più o meno questo.
G: [...] ma Aleh non si sentiva con A?
C: sì, perché?
G: ma perché è finita? Cioè, all'inizio clei mi raccontava, ma poi non mi ha più detto nulla...
C: eh, lui le scriveva e lei non rispondeva.
G: *soffoca per trattenere una risata apocalittica*

Ora.
Vecchio bene parliamone.
Quand'è, esattamente, che IO avrei mancato di rispondergli?
E le volte che lui mi invitava ad uscire è mi tirava paccone perché PIOVEVA?!
No che IO ho cominciato a scrivergli, poi lui ha smesso di rispondermi, dopo SETTIMANE ho provato ad invitarlo fuori, mi ha tirato pacco nel giro di DUE ore, non si fa risentire per altro tempo, guardacaso mi faccio risentire IO, MI CHIEDE DI USCIRE LUI, mi tira pacco perché PIOVE, e ricorderò per sempre quello che ci siamo detti in tale occasione:
A: [...] dai magari facciamo un'altra volta, quando c'è bel tempo magari.
Aleh: okay okay...f
dimmi tu quando sei libero, che io ho gli orari più elastici.
A: perfetto.

Mai più sentito.

Ma è colpa mia.
Oh, certo vecchio, è colpa mia.

Eh vabbè, tu pensi "avrà perso interessa", o un po' più drastico "evidentemente non gli interesso".

E poi ti senti dire che non gli rispondevi ai messaggi.
Vedete, è questa la parte che mi fa incazzare.
Perché, okay, non è successo nulla, ti metti anche l'anima in pace ad un certo punto, che altro puoi fare?
E' naturale perdere interessa, specialmente alla mia età, specialmente all'inizio.

Ma non accetto in alcun modo una giustificazione del genere.
Evidentemente c'ho scritto "cogliona" in faccia.
Che poi, chissà perché è andato a dire ad un SUO amico così.
Ma che scusa è?!

domenica 23 dicembre 2012

Aspettando il karma

Lo ammetto. Durante la settimana precedente ho chiaramente pensato che sarei stata io la causa della fine del mondo.
Le cose mi stavano andando troppo bene, stava andando tutto troppo secondo i miei piani.
Dovevo ripagare tutto, in qualche modo.
E quando finalmente è successo, quando ho ottenuto quello che volevo da F., vale a dire "la pace dei sensi", e si dà il caso che sia stata anche una cosa molto wow.






E non ho aggiornato, perchè ero sempre su a Udìn.
Sì, che tra l'altro sono finite le lezioni, e io ho tutto meno che quella sensazione.
Sono certa che domattina mi sveglierò pensando "Ommiodio devo prendere il treno, cazzo sono tardi, cazzo sono tardi, cazzo non posso saltare che quella di francese prende le presenze altrimenti...no, gran calma. Che giorno è?"
E quindi rendermi conto che è la vigilia di natale e imprecare davvero.

Chiamatemi pure IlGrinch, ma io il natale lo odio. Sarà che la mia famiglia non la sopporto, a partire da quel borghese di mio zio che si dà arie da intellettualedelcazzo, insinuando che McEwan scriva per soldi.
Anche se, pensandoci, anche Dostoevskij scriveva per soldi.
Quindi?
Vabbè, poi finiamo con quell'aristocratica mancata di mia nonna.
Che dovete saperlo, mia nonna è piena di soldi. Fuori maniera.
Per dirvi, doveva andare a comprare un telecomando nuovo per il decoder, ed è tornata a casa con una televisione nuova. [per poi scoprire che il telecomando non era rotto, ma avrebbe semplicemente dovuto cambiare le batterie =____=]
Oltre ai fattori soldi, mia nonna è fissata con delle cosìdette tradizioni, e se le manchi o ti ribelli ti taglia i fondi.

Io, visto che sono furba e che evidentemente all'epoca (tra la terza media e la prima superiore), pensavo che bastasse piantare una monetina per veder crescere un baobab di soldi, mi sono ribellata. In breve:
tutta quella parte della famiglia, la parte materna, è andata allo scientifico. Tutta. Da mia madre e mio zio (che ora ci insegna), a mio fratello e i miei due cuginetti.
Può sembrare una cazzata ma NON E' COSI', perchè io alle medie giravo col mio bel Woolrich nuovo di pacca da centinaia di euro, ma dal momento in cui io ho preso l'inappellabile decisione di andare all'artistico, pian piano sono finita ad indossare cappotti da 70€ di H&M.
Per farvi capire.

Si prospetta un GRANDIOSO NATALE.



venerdì 14 dicembre 2012

Di uomini #1 - L'ex-galeotto

Sono abbastanza convinta che il mio post abbia carenze di attenzione.
Ma vabbè. Io sono pigra.
Ad ogni modo, visto che fuori fà un freddo becco, e che nessuno dei miei amicici mi risponde (tranne chi non esce, chiaramente), mi sà che stasera si sta a casetta a guardare American Beauty e scrivere cazzate.
QUINDI, visto che mi si era detto che "l'altra storia" pareva interessante, allora è giunto il momento di raccontarla.
E per raccontarla bene, và inserito un prologo autobiografico (tratto da una chiacchierata da bar con una mia amica un annetto fa) che ho utilizzato per una cosetta che starei scrivendo.

Negli ultimi mesi era sempre stato così.
Più che appuntamenti, i miei, sembravano provini, casting 
per qualche reality show di lega infinitesimale.
Le situazioni variavano da me che, o arginavo la schiacciante tentazione
di chiudere con un "le faremo sapere...il prossimo!", o sempre me che
guardavo con impazienza l'orologio in attesa che passassero i tragici sessanta
minuti per sentirmi dire finalmente "e sai perché? Perchè io sono un attore,
loro sono tutti attori, quelle sono telecamere e TU SEI SU DISASTER DATE!",
per poter tirare un sospiro di sollievo e tornare a casa a guardare Il Diavolo Veste Prada
imbottendomi di dolci comprati con i miei sudati sessanta euro.
Invece no.
Invece, quei appuntamenti con ragazzi anche potenzialmente interessanti
erano fottutamente reali, e ancora più fottutamente tragici.

Infatti, io quando parlo con sincero terrore dei miei primi appuntamenti (intendo ogni prima uscita con un ragazzo), non ho alcuna esitazione a definirli apocalittici.
E sono qui apposta per porre sotto il vostro attento occhio scrutatore quello che può essere L'ESEMPIO PERFETTO per farvi capire cosa sono costretta a vivere da quando Dio o chi per lui (per la cronaca, sono agnostica) mi ha fatto dono degli ormoni.
Della serie.
Grazie ma non serviva.
L'esempio, che dal vivo presenterei pronunciando col debito phatos "L'APPUNTAMENTO", calcando l'articolo determinativo accompagnando il titolo con un movimento plateale della mano destra da sinistra a destra, riguarda un individuo che i miei amici hanno soprannominato John Smith.
Sì, i miei amicici adorano dare nomi a cose, persone, città. Nomi spesso inopportuni.
John Smith perché è un americano.
Capitemi, ho una base americana a venti chilometri, la mia città pullula di americani che tutt'ora girano in pantaloni al ginocchio e casacche da basket.

Ad ogni modo.
L'incontro avvenne in un caldo pomeriggio di quest'estate, e stavo slegando la mia bici quando mi sento parlare. Alzo lo sguardo e mi trovo questo individuo con un accento americano da annodarti le corde vocali e due occhi azzurro ghiaccio. Oh. Mio. Dio.
Mi chiede se parlo inglese e convintissima rispondo di sì, che poi il suo accento (che grazie ai telefilm subbati ho riconosciuto come del south) non era poi così incomprensibile; vabbè, mi chiede dove avrebbe potuto trovare un negozio di cibo per cani e glielo indico, poi attacca, il marpione.
"ma sai che sei davvero carina?", in inglese, naturalmente.
Ora. Ora.
Io ho il mio ego, se lo gonfi io quasi automaticamente ti amo.
Morale, parliamo un po' e gli sgancio il numero, che dalla prima volta ho imparato e queste occasioni ce le hai una volta UNA.
Tanto, dico, non mi scriverà mai.
 Infatti il giorno dopo mi scrive.
Chiedendomi di uscire a cena. Rifiuto con garbo e propongo un caffé il giorno dopo ancora, che a cena con uno sconosciuto mi sento in imbarazzo totale e il caffè alla fine e la versione italiana del "drink" o della cena americana.
L'avessi mai fatto.

Quando lo rivedo, il giorno dopo, mi rendo conto di un piccolo particolare che non avevo constatato, di un piccolo fatto che avrei dovuto calcolare.
Lo scalino. 
Quando mi ha parlato la prima volta, era su uno scalino.
Ora mi arriva a metà della testa.



Chiamatemi superficiale, ma l'unica cosa fisica sulla quale davvero non transigo è l'altezzo. Due centimetri più di me minimo, per favore. Ti prego.
Vabbè, dopo lo shock iniziale ho deciso di lasciar perdere. "Devi andare oltre a queste cose, Aleh, non essere superficiale", mi dissi. E così feci. 
Non sapevo che era un segnale d'allarme. Come potevo?

Venne fuori che era un militare della base (prevedibile), un paracadutista. Aveva (e ha) due cani, un paio di anni più di me e un senso dell'umorismo carino. 
Poi cominciarono le domande imbarazzanti.
Vabbè mi ha chiesto "if I talk dirty", cosa che ho potuto negare abbastanza facilmente visto che, pur conoscendolo più o meno tutte, non mi sento a mio agio a dire parolacce in altre lingue.
Passa un bambino e vede che lo guardo. Mi chiede:
"Do you like children?"
"Well...I would say <yes>, but the truth is that I like them when they don't yell".
"ahahah...do you have children?"

Momento di panico.
Nonononono non può essere successo davvero. Ho capito male. Ho SICURAMENTE capito male.
La mia faccia vaglia una sessantina di espressioni diverse prima di avere il coraggio di chiedere.

"you...you mean...if I have a daughter or a son?"
"...yeah..."
"oh nononono".

Quante di voi possono vantare di essersi sentite chiedere se avevano figli, durante un primo appuntamento?
E non è neanche la scena peggiore.
Alla fine, per lui, era normale come domanda. Negli U.S.A. c'è un tasso di natalità altissimo, anche tra i giovanissimi.

Ma ora la portata principale.
Il vero motivo per cui ho messo il post.

Dopo un po' che parlavamo, naturalmente avevamo esaurito gli argomenti. Quando mi viene la domanda geniale, ma così geniale che non so perché non l'avevo tirata fuori prima.

"If I can ask you about it...why did you decide to join the army?".

E lo vedo che un po' si agita sulla sedia. Ritratto, gli dico che se è troppo personale non è un problema, ma lui dice che è tutto apposto.
La risposta, e dopo questa chiudo questo post lunghissimo.

"Well, the judge made me choose if remain in jeal or join the army".

 Nella mia testa:





Ed ecco a voi, miei signori, la storia del galeotto.
Una storia vera.

mercoledì 5 dicembre 2012

Nemico Pubblico

Se c'è una cosa che adoro, proprio ADORO è quando a lezione di letteratura l'argomento è qualcosa di stimolante, o che mi piace. Come quando a letteratura russa abbiamo fatto "Maestro e Margherita", o a letteratura inglese abbiamo fatto "Dottor Faust" di Marlowe.
Figata.
Questo perché poi si passano lezioni su lezioni a sezionare l'opera in relazione con sè stessa, poi con la vita dell'autore, poi col contesto socioculturale dell'epoca.
Che rende molto più bello, inverosimilmente più bello leggere un romanzo come MeM sapendo che ogni maledettissimo numero in quel libro, se se ne sommano le cifre, viene fuori 5 che è il numero cabalistico del diavolo. O se sai che anche Bulgakov, come il Maestro, ha bruciato il manoscritto. E che di conseguenza quando Woland dice "i manoscritti non bruciano" ti gasi abbestia.
O che l'angelo buono e l'angelo cattivo parlano a Faust con blank verse o no in base a quale dei due sia più vicino all'indole del mago in quel momento. E tutte le teorie sulla dannazione eterna e sull'inferno che si intrecciano con le "guerre tra chiese" che ha vissuto Marlowe. E' tutto collegato ragazzi, tutto collegato.

Strafigata.

Ma la cosa che AMO è quando una di queste opere - che ormai ti è andata sotto-pelle e manca un attimo che la citi chiedendo a tua madre di andarti a comprare il latte detergente, da quanto ce l'hai in testa - entra quasi letteralmente nella tua vita.
Ve spieghe.

Vedete, io dico sempre "odio quella ragazza" "odio quel tizio" "ommiodio quella, ma quanto la odio!", ma alla fine, logicamente, la definizione per quello che provo per quelle persone è che, diciamo, se non le vedo sono più felice. Anche il mio disprezzo è, per così dire, una specie di macchinazione teatrale (io amo la teatralità), o una generalizzazione senza alcun fondamento. Finto.

Ma a volte capita.
Senti che l'hai trovato.
Il tuo nemico è lì che ti marcia davanti, e lo senti! Lo senti che è vero disprezzo!

Ne ho avute due nella storia della mia vita.
Con una adesso si potrebbe anche dire che sono in buoni rapporti, visto che sono passati sette anni, e che quindi non ha più senso, e sopratutto visto che non è che ci fosse stato un vero e proprio motivo, ma che fosse invece una cosa praticamente solo mia.

La seconda è una cosa che và avanti da parecchio. Come dicevo prima, non ho nessuno che mi stia davvero antipatico da "non ti avvicinare a meno di due metri da me che ti disintegro", infatti nella mia classa del liceo (16 anime, 17 con me) ero in buoni rapporti con tutti, chi più chi meno.
Tutti tranne lei.
Non mi dilungherò sulle motivazioni che mi portano tutt'ora al suo disprezzo, basterà dire che odio la mediocrità.
E che tra tutti e 16, lei è l'unica che fa un corso di laurea nella mia stessa sede.
L'unica.
L'unica.
Voglio dire. Non prendiamoci in giro dai.

By the way, eccoci a noi.
La terza.
La terza è questo genio (certo che è un genio. Se si permette di correggermi la pronuncia di francese a lezione davanti a tutti quando ho una prof pagata per quello, evidentemente deve essere un genio - leggi: ma anche no!) che non è proprio in corso con me; lei è di mediazione linguistica, io di lingue e letterature straniere, che sono due corsi paralleli. Tuttavia, il destino, o più verosimilmente lo scarso livello di organizzazione dell'università, ci ha portate a seguire insieme alcune lezioni.
Come francese.
E non è possibile che legga male una nasale e prima che la prof (che ci tengo a sottolineare, è bravissima) possa respirare per correggermi, questa facciadimerda (scusate il francesismo) si giri con aria supponente e mi corregga.


Nessuno può farmi sentire Ron Weasley. Nessuno.
Perchè la mia prima reazione è questa:







Ma se continui così vecchia, un banco in faccia te lo trovi.
E come si ricollega tutto questo ai libri?
Semplice.
Abbiamo passato le ultime quattro lezioni a fare "Paradiso Perduto" di Milton, e io onestamente non sapevo che "Satana" significasse "arcinemico".
Metto il link in cui spiega ciò.

Questo per dire che d'ora in poi la tizia che finirà spiattellata contro il muro a colpi di sedie complete di banchetti, si chiamerà "L'Arcinemica".
Capisco che tu mi corregga se siamo io e te o se siamo AMICHE, ma visto che so il tuo nome solo perché parli SEMPRE, fai fare alla prof il suo lavoro, per l'amor del cielo.
Che di sapientine del cazzo ne ho già odiate abbastanza.



venerdì 30 novembre 2012

Settimanalmente

E' stato un periodo duro.
Comincia a far freddo.
La sessione invernale degli esami universitari si avvicina.
Ieri sono tornata dopo tempo un anno dal parrucchiere e ora ho i capelli che arrivano a malapena sotto la linea della spalla (i miei magnifici capelli biondo-castano, sigh) (erano anche rovinati abbestia, però).
Ho letto 50 sfumature di grigio.

La cosa mi ha fatto capire quanto sia radicato il qualunquismo nella nostra società.
E, disperata, non riesco a comprendere perché, se quella cosa può essere definita libro, io non posso convolare felicemente a nozze con Alex Pettyfer.



Il quale, ci tengo a precisare, è del '90.
Quindi per una volta non scelgo attori con millemila anni in più di me.

Comunque, non mi metto neanche ad elencare i motivi per cui darei il via a falò generali dei libri di quella collana in tutto il mondo, poichè se devo parlare di cose inutili, preferisco farlo al bar con i miei amici.
Dico solo che sarà un inverno piuttosto freddo.
If you know what I mean.

Per il resto, non è che sia stata una settimana particolarmente interessante. Anzi, proprio non è successo nulla.
Che noia, novembre, ha estirpato tutte le mie forze come se fossero erbaccia in un orto.
In più, a causa del taglio di capelli ho freddo alla crapa.
Sto delirando.

sabato 24 novembre 2012

XXI secolo 'sto cazzo

Di solito non mi abbandono a digressione di carattere opinionista, o per lo meno non su temi così delicati e dei quali non so nulla in prima persona.
Non posso immaginare come si senta un quindicenne vessato quotidianamente da così tanto tempo per un tale motivo. Che poi, i gay vanno bene solo in Will&Grace, no? Finchè un personaggio di un film o telefilm o che altro, allora è okay. Ma se lo è un mio compagno di classe no; allora lì deve essere continuamente torturato.
Mi si spezza il cuore, pensando alla solitudine che deve aver provato, e mi astengo dal commentare il suo gesto, non per indignazione o per biasimo, ma perché appunto non so come si sia sentito.
Però vedo l'imbarazzo e la vergogna negli occhi del mio amico quando siamo al bar e qualcuno, vicino a noi, canzona un amico con l'epiteto di "frocio" o gli affibbia tale titolo perché, per esempio, non ci prova con una bella ragazza. E penso al mio amico di infanzia che deve nasconderlo ai genitori perché cattolici fuori maniera.

Che poi i suoi compagni si schermino con scuse del cazzo come "non avevamo capito quanto ci stesse male" non fa altro che risvegliarmi dentro la mia collera repressa.
E' inutile che ci si vanti di essere un paese "all'avanguardia", che si parli dei rapporti di sesso occasionale con semplicità scusandoli con "siamo nel XXI secolo", quando non si riesce ad accettare una diversità che, a noi, non causa alcun problema diretto.
A me piacciono gli uomini. Non è che perché sia amica da secoli di una ragazza a cui piacciono le donne allora cominciano a piacere anche a me. Mi chiedo, ma cosa vi cambia.
Invece di fare "educazione sessuale", nelle scuole, i ragazzi andrebbero educati al sentimento. Lo so che come pensiero non è per niente interessante, ma mi rendo sempre più conto di quanto sia necessaria questa cosa.
E parlo in generale. Il sentimento è una sfera così ampia che comprende sia l'accettazione del "diverso" che la compassione, la pietà, l'intelligenza di non ferire la gente per il puro gusto di farlo.
Intendo che la gente dovrebbe capire, capire davvero (e non scriverlo su facebook solo per far la figura del genio) quanto le persone siano fragili e danneggiabili, che basta una parola per incrinarle e che quell'incrinatura, lasciata a sè, peggiora e peggiora e peggiora.
Io, ventenne in fila per una conferenza, pretendo di non essere archiviata come "tossica", quindi errore della società, solo perché ho l'eyeliner, un dilatatore e una maglia della DC.
Lei (soggetto ipotetico), ha tutto il diritto di pretendere di non essere etichettata come "troia", quindi una bambola gonfiabile senza emozioni, perché ha scopato con un ragazzo senza starci insieme.
Lui avrebbe dovuto avere tutto il sacrosanto diritto di non essere trattato come "inferiore" solo perché aveva dei maledettissimi pantaloni rosa.

In conclusione, le persone dovrebbero essere educate, termine più che adatto, alla considerazione anche dei sentimenti altrui.
Saremmo tutti un po' meno infranti, credo.

-

Da notare che ho fatto cominciare il post; non volevo venisse fuori una cosa del genere, ma davvero, la gente ha rotto il cazzo.

mercoledì 21 novembre 2012

Viaggi in treno #1

Passi la giornata circondata da quelle coppiette sottovuoto disgustose, che non fanno altro che limonarsi duro un po’ ovunque, saltarsi addosso, chiamarsi con nomignoli del cazzo e parlarsi l’un l’altro con vocine idiote.
Non è amore, è esibizionismo.

Poi, il miracolo.

In treno. Un ragazzo è una ragazza si siedono davanti a me, vicini. Lei dalla parte del finestrino e lui da quella del corridoio. Non si parlano, per quasi tutto il viaggio non si scambiano neanche una parola. Ma poi lui infila le dita tra quelle di lei, e lei sorride con le rughe agli angoli degli occhi.

Quello, è l’amore che voglio.

martedì 13 novembre 2012

Epilogo della cronaca

Scrivo questo pezzetto tanto per completare il ciclo della sfiga di questo week-end.
E vi invito a prestare una particolare, particolarissima attenzione alla scelta delle parole (nella fattispecie di un termine preciso), della frase sopra.
Ora.

Domenica sera, distesa al caldo calduccio caldoso, ovvero nel mio lettino, ho elaborato il seguente pensiero.
"Bè, visto che 1, non stiamo insieme e 2, manda all'aria un appuntamento fissato da lui stesso perchè piove (neanche fosse una dannatissima strega, dico io), domani pomeriggio salto la lezione inutile e me ne vò in appartamento, che c'è F."

If you know what I mean.

Bene.
La mattina dopo mi sveglio prestissimo - mi piacerebbe dire "prima dell'alba" dandogli un senso, ma visto che è buio fino alle 7 non ha molto senso come espressione.
Mi faccio la doccia con cura, mi lavo i capelli con cura, mi depilo con cura - e questa sì che è una frase che, da single, acquista un peso non indifferente.
Ma mi depilo così bene che persino quelle puttanelle della veet mi fanno un baffo. E LORO PARTONO DA GIA' DEPILATE QUINDI NON VI DICO.

Insomma, mi ero depilata proprio bene. La regina, dico io.
Ma talmente bene che mi è venuto il ciclo nel giro di un'ora.

Non sapevo se ripetermi mentalmente "Aleh non piangere" o "Aleh non bestemmiare".

Resta il fatto che mi sono fatta una tristezza infinita.
Il cielo piangeva per me.

domenica 11 novembre 2012

Di Sventura e di Scalogna - Episodio 1

Signore e signori.
In questa piovosa domenica di novembre, decido di aprire la mia rubrica settimanale.
Dovete sapere che, come avrete già capito, io sono un elemento estremamente sfortunato, e non per autosuggestione ma perchè la mia vita sembra essere costruita su "Ironic" di Alanis Morissette. Sono riuscita anche a farmelo dire dalla mia amica D. , le cui parole ho dovuto riscriverle su un tovagliolo, per non dimenticarmele dopo due secondi. E come prova, visto che la gente di solito mi bolla come "esagerata" o "megalomane".

"Cavolo Ale...all'inizio pensavo che tu stessi solo enfatizzando le cose che ti accadono...non mentendo intendo. Ma da questa capisco che tu sei davvero, ma davvero sfortunata!"
D. , un mesetto fa.

Quindi, eccoci qua con

Di Sventura e di Scalogna
Episodio 1

Presenta : Aleh (che voi mi farete il piacere di immaginarvi come quella strafiga di Emma Stone qua sopra)

Torniamo ad A.
L'ho sentito una settimana fa, e tra una chiacchiera e l'altra mi dice che si è operato.
Wow.
Ora, ci sarebbe una digressione tutta particolare sul fatto che tra le mie varie cerchie si è diffusa la credenza che io faccia il malocchio. Il che è probabilmente vero, ma questa la racconto un'altra volta, che ci sta un discorso lungo.
Comunque sì, faccio il malocchio.
E lui si è operato.
Ripeto, wow.
Alla notizia, gli ho chiaramente chiesto a cosa, cos'era successo, e lui mi ha risposto che me l'avrebbe detto non appena ci fossimo rivisti in giro. 
E ciò accadde ieri ma la mia memoria troppo spesso andrebbe catalogata in "Le Gradi Truffe Mondiali", insieme alla stagnola dei vasetti degli yogurt e ai ghiaccioli che ti cadono addosso.
Così mi sono completamente dimenticata e per tutto il pomeriggio non ho fatto altro che pensare a cosa fosse quella cossssa missssterrrriossssa che dovevo chiedergli.
Me ne ricorderò ore e ore dopo, e questo sarà il dialogo (via sms) che avrà luogo.
  • Io: Mi sono ricordata ora cosa ti dovevo chiedere non appena ti vedevo!
  • A: Cosa?
  • Io: Dell'operazione...
  • A: Ah. Vabbè domani usciamo così ti dico.
E la Aleh ci rimase parecchio secca.
Dopo però si aggiunge la parte dove precisiamo che ci saremmo sentiti oggi "per vedere il tempo". Nel senso, se avesse piovuto non saremmo usciti, o qualcosa del genere.
Avete già capito, non è vero? State già ridendo, non è vero?
Al posto vostro io lo starei facendo.
Anzi, lo sto facendo anche al mio, di posto, visto che dopo un po' si impara a ridere delle proprie sventure.
Torniamo a noi.
Passa un quarto d'ora dal messaggio, con me felicissima perché, diciamolo, era anche ora che mi succedesse una cosa del genere.
Passano venti minuti. Passa mezz'ora.
A circa quaranta minuti dal lieto evento decidiamo di mobilitarci. Siamo per le vie del centro decidendo dove andare, quando succede.
Accade l'evento infausto. 
L'avvenimento sinistro.
La Sfortuna è arrivata.

Una goccia.

Parte lentamente, abbastanza da farmi prima imprecare perché sono uscita senza borsa e quindi senza ombrellino pieghevole, ma neanche troppo lenta da non poterci stanare prima che potessimo arrivare alle macchine.
Arriviamo al locale che piove non troppo, ma bene dai.
Quando usciamo, diluvia.
Quando mi sveglio, stamattina, diluvia.

Non.
Ci posso.
Credere.

Inutile dirvi che aspettavo questo momento da tempo immemore.

Eeeeeeeeeeeeh, gentili lettori, eccoci al termine della prima puntata di questa allegra rubrica settimanale, e ricordate la massima di vita di Sheldon Cooper...

 ...per una vita migliore.

venerdì 9 novembre 2012

Briciole di pane

Oggi, dopo la lezione delle 10 (terminata a mezzogiorno), non avevo voglia di andare alla seguente (lo so, sono pessima, ma per una volta...), così ho mangiato con delle compagne di corso e sono andata InAppartamento dagli altri.

[per InAppartamento intendo l'appartamento dei miei tre amicici, uno dei quali è il famoso della settimana scorsa]

Lì F. mi ha detto su perché non mangiavo con loro, mi sono sorbita il loro ampissimo repertorio di canzoni (si sono divertiti a metterne due a ripetizione finchè non ho conquistato il pc) e dopo che F. è andato a lezione ho aiutato gli altri due a pulire.
C'è da dire che io sono l'ospite perfetto: non scrocco cibo (okay, lo so, solo questa volta), porto dolci, e aiuto a pulire.

Comunque, sì, mi sono messa a lavare i piatti.
Per mettere i guanti di gomma mi sono tolta il mio braccialetto portafortuna (il mio auto-regalo di compleanno, comprato in Croazia quest'anno) e l'ho lasciato sul davanzale della finestra vicino al lavello.
E' rimasto lì.
F. è tornato dalla lezione e se l'è inculato.

Fino ad ora i ragazzi che hanno avuto una connessione di qualche tipo con me (intendo amorosa, uno di quelli che elencherò ora solo da parte mia) possiedono tutt'ora una cosa che mi appartiene (ormai "apparteneva"), e che per un motivo o per altro non ho mai riscosso/non ho potuto risquotere/non ho ancora riscosso. Ma andiamo a vederli, in ordine cronologico:
  • Luca - 3 anni fa - braccialetto STUPENDO di metallo, di quelli che si chiudono a scatto, con delle foglie intrecciata
  • Mattia - 28 maggio 2012 - il mio orecchino stupendo con le croci pendenti. Avevo già perso l'altro orecchino del paio. Quello che ha lui mi si è sfilato quando mi sono tolta la sciarpa e lui se l'è tenuto.
  • M. - 5 giugno 2012 - brioche che mi ero meritatissima per aver sopportato per giorni interi le paranoie assurde della mia amica G. nei confronti del fratello di M. ; lei me la doveva portare nel pomeriggio come premio, ma prima era a casa dei fratelli e lui se l'è mangiata.
  • A. - 11 agosto 2012 - il mio ombrello pieghevole da borsa. Quando ci siamo trovati pioveva, ma poi ha smesso e visto che non serviva l'ho lasciato in macchina. Ma per varie vicissitudini non mi ha portato lui ha casa, quindi l'ombrello è rimasto là e ora alloggia nel suo garage.
  • F. - 9 novembre 2012 - vedete sopra. Io ADORO quel braccialetto.
 Non so perché non mi sono ancora ripresa alcuni di questi oggetti. Diciamo che rivorrei solo i due braccialetti.
A parte questo, da un certo punto di vista trovo quasi poetico il fatto che, anche se non solo proprio fondamentale per la vita di nessuno di questi (chiaro, se li vedo in giro mi fermo, ci prendiamo un caffè, ma gli amici che considero "veri" sono altro :) ), ognuno di loro ha un pezzo di me.
Chissà se, magari tra qualche anno, ritrovandol'oggetto penseranno a me.

-

[Okay, la brioche non conta, ma è per farvi capire che mi stanno togliendo TUTTO! TUTTO! TUTTO!]

martedì 6 novembre 2012

I libertini conquisteranno il mondo

A parte il fatto che ho appena speso 40 minuti della mia vita per ottenere dei capelli "lisci effetto seta" [senza ironia perchè io sono mossa/riccia/crespa e ho maturato una discreta esperienza nel lisciaggio a colpi di spazzola tonda e phon], rendendomi conto solo ora che fuori c'è un'umidità pazzesca e che domani entro le 9 del mattino avrò dei capelli del genere:

[voi ancora non sapete niente del mio amore per le GIF]

By the way, sto pure male.
Raffreddore a manego, e sono due giorni che per un motivo o per l'altro sono obbligata ad andare a Udine, quindi di riposarsi neanche per sbaglio se ne parla.
Ad ogni modo, ho passato il fine settimana a venire sfottuta amorevolmente dai miei amicici per gli avvenimenti di mercoledì. Non fraintendetemi, nella mia compagnia è normale, anche perché ci si prende in giro su cose non importanti, e se a uno da fastidio che si tocchi quell'argomento lo dice, non succede più e amici come prima.
Non per questo siamo meno dignitosi, comunque.
Oltre alle battute che, lo ammetto, ci stavano e ho riso io più degli altri, mi sono beccata anche i discorsi di D. e I., le mie amiche nonché confidenti nonché spesso compagne di sventure.
I due punti cardine erano:
D. - Guarda Aleh, F. è un amico perfetto ma te lo giuro, è probabilmente il peggior uomo sulla faccia della terra con cui avere una relazione...
I. - Allora, sappiamo entrambe il suo "fattore libertinaggio", ma quando si prende per qualcuna non esiste altra donna...
E io le guardavo un po' stupita perché, nonostante fossero elucubrazioni decisamente lecite, io non avevo e non ho tuttora l'intenzione di proseguire con la faccenda.
Ma allora perché sembra così scontato per tutti che ci debba essere un seguito?
Mah. Chi vivrà vedrà.
Anche perché mi sono resa conto che mi ricorda un disastro Chris delle prime due stagioni di Skins. Ma ve lo giuro fuori maniera. Che Chris mi ha spezzato il cuore quando è morto. Lui, la mia cotta secolare resuscitata magicamente in Game of Thrones.


Cioè, voglio dire.
Io ho sempre avuto una passione per i personaggi un po' strani.
Il bello, è che poi ho addirittura il coraggio di lamentarmi se scopro a metà dell'appuntamente che sto uscendo con un ex-galeotto.
Ma questa è un'altra storia.


sabato 3 novembre 2012

Di prendere e lasciare

Io non capisco molte cose.
L'ammmmore in primis, altrimenti non sarei single e mi refferei di più quando si parla di provarci con gli uomini. Perché diciamocelo [niente di personale, ometti della rete], che voi vi divertite un po' troppo a rimarcare il fatto che avete voi il coltello dalla parte del manico.
Ma lasciamo perdere, che poi finisce come ieri sera e stamattina e poi so' cazzi vostri.

Riassunto della mia storia personale:
per un paio di mesi sono andata dietro ad uno che, davvero, sembrava divertirsi un mondo con me. Nel senso brutto; mi scriveva per primo una, due, tre volte, poi se gli scrivevo io non mi rispondeva, o lo faceva malissimo. Mi dava buca e poi si rifaceva sentire che se gli piacessi davvero. E così da capo, in un loop tremendo che mi stava facendo dubitare delle mie facoltà mentali, che di solito sono le uniche cose delle quali sono certissima.
E questa è la situazione fino a mercoledì sera. Halloween.
Nonostante io non sia del tutto favorevole al festeggiare una festa chiaramente derivante dai culti pagani i cui persecutori sono stati sterminati dai miei antenati, perché non ne vedo il senso, mi piace l'idea dell'evento sociale che ne deriva.
A me piacciono a manego, gli eventi sociali. Succedono un sacco di cose interessanti.
Ad ogni modo, noi abbiamo fatto una festicciola non molto grande (anche se ad un certo punto spuntavano spagnoli in erasmus a caso e l'appartamento era sovraffollato) nell'appartamento in quel di Udìn di tre miei amici.
E la mia prima tappa della serata, se non consideriamo quelle alcoliche, è stata appunto ostacolare la mia voglia impellente di scrivergli, affidando coscienziosamente il mio cellulare alla mia amica D.
La seconda è stata farmi a vonde F.

Lasciando perdere i dettagli, visto che ci sarebbe una notte intera da raccontare, chiariamo che non voglio vantarmi della cosa. Cioè, penso sia normale e che al contrario sarebbe inutile ora come ora inalberarsi in scuse per questa mia "mancanza di pudore" o per i miei "peccati carnali".

Quello su cui volevo concentrarmi è più che altro il miracolo avvenuto ieri sera.
L'ho visto. Non mi ha fatto alcuna impressione.
Tranne magari uno strano piacere nel vedere che A. continuava a guardarmi aspettando chissà che dialoghi e a me che me ne fotteva sega.
Che, di solito, le parti erano invertite.
Alla faccia del chiodo scaccia chiodo che non funziona. Oddio, magari in una situazione in cui due si lasciano dopo anni e anni di relazione non funzia, ma in questi casi và benissimo, per non dire che è l'ideale.

Tutto ciò per spiegarvi, maschietti, che è inutile che ve la tirate tanto della serie "lei mi muore dietro e io non la cago che figo che sono". Che dopo un po' persino noi presissime ci rompiamo il cazzo e, al contrario, ne troviamo un altro.

-

Sì, so che non gliene sbatte a nessuno, ma certi sfoghi vanno fatti.
Magari l'ultima parte è stata partorita dalla mia me interiore un po' scottata, ma và bene così, non comincerò mica a tirarmela per questi avvenimenti.
Scusate il largo, larghissimo uso di francesismi xD (sarcasm: mode on)

mercoledì 24 ottobre 2012

A volte capita

Dicevo, a volte capita che ci pensi.
Ma andiamo con ordine.

Lunedì pomeriggio, per la prima volta dopo anni di incompatibilità di tempo (quando lei era libera non lo ero io e viceversa), sono riuscita ad uscire con F.
F. non è nessun'altra se non una mia carissima amica di infanzia, che conosco dalle scuole materne. Per farvi capire, un aneddoto che mi ha ricordato è stato che, quando arrivavo la mattina (ogni santissima mattina), scoppiavo in lacrime perché non volevo rimanere lì; allora, lei prendeva un fazzoletto, mi soffiava il naso e mi portava dentro per manina.
Da bambini siamo tutti più buoni. (e anche cattivi, ammettiamolo, ma ricordiamoci delle cose belle).

E, insomma, abbiamo parlato un po'. non è che le nostre esistenze si siano divise troppo, da allora. Alle medie ci frequentavamo ancora e così alle superiori, anche perché abbiamo avuto delle amicizie in comune.
Ecco, ma mentre io alla fine ho cambiato compagnia, lei è rimasta con questi così detti amici in comune, ma con due delle quali, circa sei mesi fa, ha litigato pesantemente e non li sente più da allora.
Una di queste due non ha il carattere facile. Per niente. Per averci a che fare devi essere forte, non dar peso alle cattiverie che non sai come prendere, non mortificarti per le cose che dice che, spesso, sono maligne in maniera davvero fuori luogo e gratuita.
Per questo, F. mi diceva che, nonostante ci sia rimasta comunque male per "la rottura", quest'ultima le ha fatto in qualche modo bene; si è resa conto che se una persona ti tratta così, se ti fa stare male in quel modo, se il rapporto di amicizia sembra essere unilaterale, non ha senso. Dice che sta meglio.
Ma sopratutto, dice che, a priori, non sa come abbia fatto a mandare avanti una situazione del genere, come abbia fatto a passare sopra a tutto quel veleno.

Mi ha fatto pensare a Maria.
Non so se ve ne ho mai parlato.
Vabbè, Maria è un'altra mia amica di infanzia, la conosco da quando abbiamo 6 anni, ma fino alle superiori non siamo mai state in classe insieme, e solo allora i rapporti si sono fatti molto stretti.
Io per vari motivi, dalla prima superiore circa, ho sempre reputato l'amicizia stretta tra ragazze sopravalutata. Chiaro, ci sono le amicizie belle, ma mi sto rendendo conto di averle trovate quasi tutte solo negli ultimi due anni.
Comunque, lei si è subito dichiarata la mia migliore amica.
(e io ci avevo anche creduto)
Morale: ora non ci parliamo più. Non ci salutiamo nemmeno. Per una serie di questioni/incomprensioni/altro venute fuori nell'ultimo anno, la situazione è questa, ed è chiaro che, anche se per qualche oscuro motivo dovessimo tornare amiche, non sarà mai e poi mai e poi mai ecc come prima.
Questo perché, quando guardi le cose in maniera obiettiva (come me ora), è come se acquistassero finalmente la luce giusta.
Chiaro, le cose belle rimangono belle, bellissime e luminose e luccicanti, abbaglianti.
Sono le cose che all'epoca, bè, non è che ti sembrassero brutta, solo...strane, ecco, quelle si girano e ti mostrano la prospettiva corretta.

E ti chiedi come tu abbia fatto.
Come tu abbia fatto a passare sopra a tante cose. Per esempio a quando lei ti ha fatto una scenata in pubblico senza alcun motivo, solo per mostrare una tua ipotetica incompetenza su cose che non ti riguardavano nemmeno, solo per invidia o gelosia.
Quando ti mette i bastoni fra le ruote col ragazzo che ti piace e tu, in buona fede, pensi non l'abbia fatto apposta e poi vieni a sapere che era tutto tranne che casuale. Vieni anche a sapere che la motivazione era "io non avevo il ragazzo, se lei l'avesse trovato io sarei rimasta sola".
E sopratutto, questa è bella:
Io ero innamorata persa di L. Lui anche di me. Miracolo.
Ma anche un'altra ragazza gli andava dietro, e chiede a Maria di dividerci.
Cosa pensate che lei abbia fatto, in qualità di "Mia Migliore Amica"?
C'ha provato. A dividerci, intendo.
Poi vabbè, lui mi ha lasciata e l'altra, che era mia amica, non mi parlò mai più, e volete sapere la parte bella?
Che Maria aveva accettato di farlo per togliermi dal gioco. Si creò una specie di triumvirato tra loro tre, e lei non perdeva occasione di venirmi a raccontare (a me, col cuore a pezzi), che il giorno prima era uscita con L. e l'altra e avevano fatto questo e questo e questo e di quanto si era divertita.
A una settimana da quando lui mi aveva lasciata.

Davvero, non so perché io abbia lasciato correre.
La cosa certa è che ho sempre lasciato fiducia alla gente. Una, due, anche tre volte.
E anche se A. domenica mi ha scritto, senza un apparente motivo che non fosse sentirmi, sentire me (solo perchè aveva voglia di sentire ME - scusate, ma per me è una situazione davvero alienante), lo prendo con le pinze.
Alla fine, è colpa mia se la gente mi prende in giro, e sarebbe anche ora di riconoscere un'inculata, quando arriva.

TRUST NO BITCH

mercoledì 17 ottobre 2012

Il mio regno per...

Credo di avere tre desideri veri. Cose pratiche, intendo, cose che desidero perché mi servono, perché funzionali.
1 - Passare l'esame di domani
2 - La patente / i soldi per iscrivermi a scuola guida
3 - L'appartamento a Udine.

Non tanto perché la vita da pendolare sia disagevole. Oddio, in un paio di casi sì (tipo che domani mattina devo prendere il treno delle 06.53 e partire mezz'ora prima da casa), ma in linea di massima neanche tanto.
Ricordiamo che io adoro viaggiare in treno.

Quello che vorrei tanto è staccare. Tornare qui giusto due giorni, non beccarmelo in macchina mentre attraverso sotto casa, non avere paura di trovarlo al bar davanti al quale sono costretta a passare rincasando, durante l'ora dell'aperitivo.
Ma anche solo fumarmi l'ultima sigaretta guardando un panorama diverso dal solito.
La luce della luna è diversa in ogni città.

+

Vado di là và. Ultima ripassata lampo, ultima sigaretta e mega dormita, che domani si prospetta una giornata oscena.

lunedì 15 ottobre 2012

I Vote For Vodka!

Sabato sera mi sono ubriacata.
Okay okay lo so che non è l'icipit migliore a cui potevo pensare, ma oh, e la verità.
Dicevo sì, sabto ero bella carica. E lì è successa una cosa buffa.

Ma prima, uno dei miei siparietti:
a me bere non dispiace. Una birra il venerdì sera è il mio rituale di chiusura della settimana, uno spritz il sabato pomeriggio ci sta sempre, una bevuta in compagnia non si nega mai.
Io mi ubriaco male solo una volta all'anno, a random.
Questo sabato era la volta del 2012.
Fine siparietto.

Ecco, mentro ero in stato semi-comatoso su di una sedia, trovando magicamente la forza di pensare che io, in qualche modo, a casa ci dovevo tornare, mi sono fatta i miei viaggi.

E, anche se erano i pensieri di un'ubriaca persa, sono riusciti a tirarmi su il morale, a farmi prendere in qualche modo coscienza delle mie qualità e capacità.
E sapete da dove nacquero questi pensieri?

Dal fatto che sapevo che la mattina dopo sarei stata comunque in grado di studiare.
Perché, se preferite potete non credermi, ma io non ho postumi da sbornia dal 6 agosto 2010, non importa quanto abbia bevuto, non importa dove/come/quanto io abbia dormito.
Io la mattina dopo mi sveglio nuova.

+

Aleh, seriamente, dovresti trovare degli incipit migliori.
E smettere di fare queste cose. Non hai più il fisico.


giovedì 11 ottobre 2012

Veglia

Mi dispiace ma questo non sarà un post allegro.
Lo dico ora per prevenzione.

Ieri mattina mi sono svegliata di botto intorno alle 4 del mattino. Non sono più riuscita ad addormentarmi.
Oddio, non è stata chissà che grande perdita, mi dovevo alzare alle 5 e mezza per prendere il treno un'ora dopo, considerando anche la strada per la stazione.
Tuttavia. Tuttavia.
Non sono più riuscita a chiudere occhio per un motivo preciso.

Non sono felice. Non sono contenta.
Certo, ci sono piccole cose che mi tirano fuori il sorriso da dentro (stamattina sono appunto uscita alle 6 e c'erano delle stelle stupende e, oh mio dio la luna, c'era la luna bianchissima che davvero sembrava ridersela dell'aurora che sfiorava le montagne sull'orizzonte).
Ma nient'altro, niente se non questi picchi di felicità - blanda, a dir la verità - che si buttano sulla mia strada durante la giornata, ma a caso.
Non che non sappia più apprezzare le piccole cose; quando oggi pomeriggio mi sono fatta finalmente una doccia ero senza esagerazione una delle persone più felici sulla faccia della terra.

Ma sono tesa, sempre.
Scoraggiata, sempre.
Arrabbiata, sempre.

Ed è questa la cosa che mi preoccupa più di tutto il resto. Ho sempre come uno strato di ira trattenuta, di elettricità statica a ricoprirmi la pelle, e non so come farla uscire.
Come se, nel caso scoppiasse all'improvviso, possa ferire me o peggio, tipo qualcuno a cui voglio davvero bene.

No, perché mi sono svegliata ben prima dell'alba, a pensare a come sono arrivata a questo punto.
A vent'anni con un oceano di veleno dentro.
Un peso nel petto, lacrime che non ho ancora pianto agli angoli degli occhi e la vivida, vividissima sensazione di essere la creatura più sola del mondo.

domenica 7 ottobre 2012

Previsioni del futuro

In verità non so cosa scrivere, avevo solo voglia di scrivere sul blog.
Domani ricominciano le lezioni e non so se sono contenta o no...da un certo punto di vista sì, da un altro non molto...
Voglio dire, è la prova definitiva che l'estate è giunta al termine e mi fa un po' strano. Oddio, essendo ottobre sarebbe anche ora, ma è come se mentalmente rifiutassi questo slittamento verso l'autunno.
Sono già passati quattro mesi...e sono stati anche densi...

Vabbè, ad ogni modo ho rivisto A.
Ieri pomeriggio.
E oggi pomeriggio.

Ora, dopo settimane che non lo vedevo, quando finalmente mi stavo tirando un po' in qua...BAM.
Classico.
E nè ieri nè oggi ho sentito quel disagio che ho provato invece quella volta, qualche tempo fa.
Non lo so. Non lo so.
So solo che mi deve scrivere perché gli vado a prendere una felpa su a Udine [questa] e sì, sono stata stupida io. Ma tanto il negozio è lungo la strada che faccio ogni giorno, ed è la terza volta che faccio il corriere, quindi eimen.

E poi...vabbè, questa è una cosa mia.
Nel senso, se la gente mi tocca i capelli mi agito. Non posso farci niente. Non so neanche dire se sento come peggiore che qualcuno mi tocchi i capelli o che mi tocchi la faccia.
Ma se lo fa lui non mi dà fastidio. Al contrario.
Prima, per salutarmi, mi ha infilato le dita tra le ciocche e ha stretto la presa leggermente. Poi le ha fatte scorrere fino alle punte.

Eeeeeeee eccoci di nuovo dentro.

No ragazzi, seriamente.
Se continuate così io divento una serial-killer di quelle davvero cattive.

sabato 6 ottobre 2012

Fiabette di vita vissuta

Ora vi racconto una favola.

C'era una volta questa ragazza piccoletta, che se ne stava tranquilla ad un tavolo della biblioteca civica della sua città. Aveva scelto un tavolino fuori, sotto il portico del bar, in modo da poter tradurre il suo bel racconto e fumare senza fare due piani di scale.
La ragazza piccoletta è anche molto pigra.

Morale, stava facendo la sua bella traduzione quando, perdonate il paradosso, le plana sul tavolo una barchetta di carta.
Una cazzo di barchetta di carta.
Alza la testa e vede un tizio (brutto) che le sorride da dietro una massa di capelli e che se ne va di gran carriera. UAO.
[liberiamo il sarcasmo nell'aria, miei amici. Liberiamolo!]
Decise comunque di lasciare la barchetta là, visto che era presa dentro e non vedeva l'ora di finire.
Si fecero le 6 e mezza, vide che ad un paio di tavoli più in là c'è un suo amichetto e decise di fare armi e bagagli per andarlo a salutare. Poi mi si ricorda della barchetta.
Su un lato c'era una grossa scritta rossa. "Aprimi".
Apriamola.

"Le rosse sono rosse
Le viole sono blu
Non sono un grande poeta
Ma mi piaci un sacco.
Ti và di uscire?
(numero di telefono)"

Ora.
Ora.
Di principio, io queste cose le odio. A morte. Tantissimo. Persino quando ero alle elementari, e allora non si metteva il numero di telefono ma due praticissime caselle con le opzioni "sì / no".
Anche perché, Dio sia lodato, quando io ero alle elementari i telefoni cellulari erano grandi come scatoloni dell'IKEA oppure, per noi piccoletti, una leggenda metropolitana. Sì, ho avuto un'infanzia vera in cui ci si innamorava di chi sapeva andare in bici senza mani.

Ma riprendiamo con la nostra storia.
La ragazza piccoletta si avvicinò all'amichetto per chiacchierare, e nota che è in compagnia di tre ragazzi, uno dei quale, visibilmente più grande di lei, lo conosceva già di vista, mentre gli altri due non li aveva mai incrociati in vent'anni di vita.
Quando uno di questi due prende e se ne và, salutando malamente.
boh.
E l'amichetto le fa: "Ehhh...bel colpo Aleh!"
"Cosa?"
"aì, la barchetta. Te l'ha mandata quello che se n'è appena andato."
"ma mi è sembrato piccolo"
"infatti. E' del '96".

'96.

No, un attimo. okay, io sono del '92. MA E' PICCOLO!
Ma...ma...
Okay, io odio le nuove generazioni. Ho dovuto assistere a IlMioUomo che andava con una '97 ritardata quando lui è del '91 e adesso devo anche essere molestata da sedicenni???

Fortuna che la prossima settimana c'è il compleanno del cugino della Ile.
Rugbisti. A noi piacciono i rugbisti.



mercoledì 3 ottobre 2012

La verità è dietro l'angolo

Come forse potete vedere, è uscito l'esito dell'esame di Lingua Russa che ho dato ieri. Pazzesco che per un esame io abbia aspettato più di quindici giorni e per un altro poco più di 24 ore.
Ad ogni modo.
Ho una paura assassina di aprire quella mail. So già che è andato male, so anche che se è così non c'è nulla di cui preoccuparsi perchè:
1- a questo appello c'era gente che cercava di darlo per la quarta volta
2- è obbiettivamente difficile
3- c'ho provato e non è strano, anzi, è perfettamente normale non riuscire a passare un esame, anche se è la seconda volta.
Sono cose che miei amici più grandi continuano a ripetermi per tranquillizzarmi ma davvero io ho PAURA.

Non voglio aprire quella mail.
Da una parte perché, sapendo già di non averlo passato, so che entrare in diretto contatto con la realtà mi farebbe sentire più sola di quanto già io non sia adesso.
Dall'altra, mi metterebbe una pulce stronza nell'orecchio, che non farebbe altro che ripetermi, "ma tu, cara, sei sicura di aver fatto la scelta giusta con questa università? Ma sicura sicura?".

Ecco.
Non voglio più sentirmi come se stessi sbagliando tutto.

lunedì 1 ottobre 2012

Cose da fare se...

Oggi apriamo la rubrica "Cose da fare per allontanare la donna che vi piace".
Sì uomini. E' tutta per voi.
Ma anche per le donne. Fa sempre bene sapere che queste cose non accadono solo a me/te/voi.

Questa scelta è per non annoiarvi con la cronologia della mia sfortuna, che riassumerò dicendo:
ieri mattina in due ore ho avute le tre seguenti notizie:
1- Martedì c'è sciopero dei treni. L'unico giorno che devo andare a Udine, questa settimana, è martedì.
2- Lunedì aumentano il prezzo del tabacco. Notare che ho cominciato a fumare tabacco da girare per risparmiare.
3- Mi hanno aggiunto una lezione di russo. Il Venerdì. Dalle 18 alle 20. Credeteci. Sì, credeteci che ci vada.

Tornando a noi.
Oggi pomeriggio stavo girando per la mia città, che c'era il mercatino dell'usato mensile, per cercare alcuni libri (ne ho comprati tre, pagandoli in totale 5€. Dio, io vivo per queste cose).
Avevo appena finito di fare compere, quando mi sono imbattuta in Numero4 e un suo amico, che conosco.
Siamo andati a fare aperitivo con un'altra nostra amica e lì è nata l'idea per il post.

Ragazzi, seriamente.
Vi piace una ragazza.
Non criticate mai, mai, mai, mai, mai, mai e poi mai quello che fa nella vita o quello che le piace fare nel tempo libero.
E per mai intendo MAI.

Non che mi devo passare un'ora in mezza con questo che mi sfotte perché stavo cercando libri e perché invece di lavorare in fabbrica, studio all'università.

Cioè, lui aveva anche qualche possibilità.
Ora ha più possibilità il cartonato dell'Era Glaciale 4.


venerdì 28 settembre 2012

Era una notte buia e tempestosa

No dai, lasciamo perdere Bulwer-Lytton (o Snoopy, come preferite), perché ieri sera FINALMENTE non ha piovuto. Però faceva freddo, quello sì.

Insomma, introduciamo la mia storiella dicendo che io, che sono una persona sana e per niente abbagliata dalla notorietà e da impossibili sogni di fama (infatti alle 15 vado a fare un casting - per curiosità loggiuro), da grande voglio fare la traduttrice di libri - o la serial-killer, dipende tutto da quanto gli uomini mi faranno uscire di testa.
Insomma, traduttrice. 
Ho tradotto, quest'estate, un paio di racconti dall'inglese all'italiano per sfizio e ieri sera, che era la mia "serata creepy", ho deciso di sceglierne un'altro da internet, puramente a caso e puramente dell'orrore.
Dovete sapere che ho un gusto per l'horror che si limita allo scritto.
Ve spieghe.
I film mi fanno paura. Ma una paura assassina. Però, nel momento in cui finiscono, scivola via tutto e non mi rimane alcuna traccia dell'angoscia che provavo fino ad un secondo prima, niente di niente.
Con i libri, romanzi, racconti dell'orrore è un'altra musica.
Non so perché, ma quando, un mese fa, ho cominciato a leggere "It" di Stephen King - per esorcizzare il mio trauma, visto che i miei cugini e mio fratello mi hanno fatto vedere la miniserie quando avevo ben 6 anni - non riuscivo a dormire se non lasciavo la lampada del comodino accesa, anche al minimo.

Ah ah ah, sì sì ridete, ridete. Intanto io stavo morendo.

Comunque, così.
E anche se dopo me ne pento - vedi: luce accesa di notte all'età di vent'anni - nel momento in cui leggo quelle cose, provo una sensazione quasi estatica. Divina.
Insomma, ieri sera ero sul profilo Creepypasta & Stuff, che io adoro, a leggermi un po' di storie (tra cui la "storia vera" da cui è stato tratto il film "The Possession", per chi interessa), quando ho deciso di provare a tradurne una, visto che un po' di allenamento non fa mai male.

E così, cominciò tutto.

Ero già su tumblr, così ho messo "creepy" nelle tag di ricerca, e per un po' nisba, solo immagini inquietanti o fintamente inquietanti o per nulla inquietanti, finchè non trovo un link esterno sotto la scritta di un tumblero che reca:
"This. Read it."

Bingo.

Titolo: "The Strangers".
Figo.

Senza neanche leggere le prime due righe (no dai, almeno quelle le ho lette), apro un documento di word, seleziono l'intero testo e lo incollo nella mia bella pagina bianca.
Risultato: 9 pagine di assolutamente niente.
< bon dai, sarà il testo scritto in bianco > penso. Seleziono tutto, imposto il nero. Nada. 
Beeeeeneeeeee.
Ci riprovo due volte. Niente. Cancello. Ricopio, reincollo. Niente. Chiudo word, riapro word, di nuovo ctrl + C e ctrl + V. Niente. 
Tutto da capo per altre due volte e finalmente ci riesco!

[Parentesi importante: ho passato la giornata a fare i compiti di russo su word, quindi funzionava. Dopo li ho stampati tutti e l'inchiostro non accennava a finire. Capirete dopo perché sto parlando della stampante]

Per diminuire le pagine cambio font e misure. Vado su "carattere" per sbaglio e tutte le impostazioni (corsivo, grassetto, maiuscolo, maiuscoletto, ecc) erano selezionate. Clicco sul quadratino di una e non si deseleziona. Mi ci accanisco e niente. Fanculo. 
Cambio le impostazioni del paragrafo e poi, per curiosità, torno su "carattere". Tutto deselezionato.
W...T...F...
Ma Aleh NON E' AFFATTO INFLUENZABILE e decide di stampare.
Manca l'inchiostro.
Non è vero non mentirmi stampantina mia che ti smondo.
Annulla procedura di stampa. 
Faccio di nuovo stampa.
Manca la carta.
Eeeeehhhh no vecchia bene. C'E' UNA CAZZO DI PILA ALTA TRE CENTIMETRI SE C'E' UNA COSA CHE NON TI MANCA E' LA CARTA!!!
Annulla. Rifai.
Stampa.
E effettivamente stampa.

E volete sapere il bello? - chiaramente a parte il fatto che non ho dormito bene per tutta la notte -
Che ho cominciato a tradurlo, quel racconto.

E parla di treni.

Io sono pendolare.



martedì 25 settembre 2012

In verità a me l'autunno piaceva

Ora, diciamo, che mi piace con qualche riserva.
Non si sà bene perché, quest'estate mi è parsa lunga e infinita, piena di cose ma allo stesso tempo della stessa consistenza dei sogni (Aleh oggi è poetica), vale a dire aria fritta.
Ad ogni modo, sì, quest'estate mi è sembrata così lunga che mi ero fin dimenticata come fosse il cambio di stagione; quasi CHE CI FOSSE il cambio di stagione. Così non ho avuto il tempo per cercare di comprendere come vestirmi di giorno in giorno - visto che non è così scontato che, mettendo che ieri facesse freddo, oggi ti convenga vestirti pesante perché il tempo potrebbe regalarti un ultimo assaggio di tremendo agosto PROPRIO quando hai deciso di fare il cosplay di un eschimese.

Morale: raffreddore.
Raffreddore che sta generando paranoie su paranoie perché non riesco a fare niente che necessiti di un certo impegno psico-fisico, il che mi rende libera di cazzeggiare, ma allo stesso tempo sono triste proprio perché dovrei studiare e mi sento in colpa a non farlo, anche se non sarei in grado di spararmi pagine e pagine di cirillico.

C'è da dire che prima ho anche visto "Sepolti in casa", e ho sentito un violentissimo bisogno di mettere a posto la camera.
Sul serio.
Dev'essere la terza volta in vent'anni di vita.
Ommiodio.
Esci da questo corpo.

venerdì 21 settembre 2012

Messaggi subliminali

Partiamo col fatto che sono di PN e ora c'è Pordenonelegge.
Per oggi, lasciamo un attimo da parte il fatto che è pieno di gente importante e che domani vado dal mio amour Ian McEwan.
No, ora concentriamoci sul fatto che è pieno anche di gente vestita di giallo che ricopre il ruolo di "angelo", vale a dire di staff, e ieri per salutare un mio amico che lo fa l'ho chiamato:
"Ehi, Angelo!"

Indovinate un po', miei cari, come si chiama Lui. E immaginate, ora, la faccia che ho fatto un attimo dopo aver formulato la frase.

E questo è stato il primo dei messaggi subliminali che andranno in escalation fino a raggiungere il culmine stamattina e una sottospecie di imitazione di apoteosi oggi pomeriggio.

Ieri sera:
Dopo essere uscita as usual con i miei amichetti, mi sono fermata con un po' di altra gente che lo conosce. Morale, uno di loro doveva comprare quella crema che si usa nei computer o nei processori, e non sapeva dove. E lì è cominciata:
- Cioè, io pensavo di prenderla in quel negozio là...
- No no no...vai qua dietro, a sinistra della pasticceria, a A. l'hanno data gratis
- Ne sei sicuro?
- Sì sì...me l'ha detto A.
E via così per cinque minuti in cui il nome è stato pronunciato in maniera esponenziale. Disperazione perché in tutte le volte che mi sono fermata con loro non l'hanno mai nominato. Mai. Mai.
E quello tra di loro che conosco meglio, vedendo che avevo uno sguardo strano mi fa:
- Sai chi è A. vero?
- Sì...so chi è A...

Stamattina:
Stavo andando a cercare mio fratello, anche lui un angioletto dell'evento, che la mattina si sveglia prima di me e quando torno a casa la sera lui è già a dormire. Per cui, bene o male, non lo vedevo da tre giorni.
Seduti al bar, becco C. e un suo amico. Mi fermo per una sigaretta e C. mi fa:
- Ma...A ?
- A cosa?
- Non vi scrivevate?
- Bè guarda...lui non mi ha più risposto ai messaggi e io non gli ho più scritto.
- Neanche per sapere perché non ti ha più risposto?
- Ti dirò...tempo due settimane e con gli orari che ho non avrò neanche il tempo di capire chi sono...figurati quello per correre dietro alle persone. Anche perchè proprio io di mio non corro dietro alle persone.
- ...qua mi tocca darti ragione...
E SE MI DA RAGIONE LUI che di solito mi ribatte sempre...

Morale...
oggi pomeriggio mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto. Lo riconosco. E' lui.
Con una scusa banalissima. Ma mi ha scritto.
Un paio di messaggi e ho fatto cadere la conversazione.
Devo ancora capire se ho fatto bene o se ho fatto male.

Chi vivrà vedrà.

[Non gli ha parlato C. eh? Noooooo figuarti]

martedì 18 settembre 2012

A dir la verità...

...oggi vorrei parlare di un po' di cose.
Del fatto che fa ancora troppo caldo a mezzogiorno, che in questo momento dovrei essere a studiare, che in alternativa dovrei mettere in atto un piano regolatore in camera mia per trovare un posto decente per i miei libri che si stanno ammucchiando un po' ovunque, che tra pochi giorni vedrò il mio uomo (Ian McEwan) finalmente dal vivo, del fatto che oggi mi sono sentita un po'...così.

Ma un passo alla volta e direi che l'unica cosa importante è l'ultima.

Stamane mi sono svegliata troppo tardi per fare qualunque cosa. Considerata che tre condomini vicino al mio hanno deciso che oggi era una splendida giornata per tagliare l'erba contemporaneamente, per cui studiare a casa era fuori discussione.
C'è da contare la mia innata pigrizia, quindi ho deciso che era una giornata adatta per andare a trovare i miei figliuoli al mio vecchio liceo.

[figliuoli perché in quinta ad un certo punto mi sono ritrovata con un gruppetto di animati adolescenti di due o tre anni in meno di me che mi chiamavano con enfasi "mamma". Morale, per maggio-giugno non ho mai fatto un piano di scale sulle mie gambe. Like a boss]

E insomma sono andata.
E insomma mi è venuta un po' di tristezza, perché ho preso l'autobus che prendevo due anni fa e mi sono ritrovata nel cortile in cui fumavo di nascosto due anni fa. Anche perché ho beccato un mio compagno di prima superiore (6 ANNI FA! 6 ANNI FA! 6 ANNI FA!) e ci siamo messi a ricordare le assemblee di istituto quando noi eravamo matricole, che "uno di quelli grandi di quinta" aveva usato per presentare la sua lista-fake da rappresentante di istituto, dal nome "l'impero colpisce ancora".

Io andavo all'artistico.

Per dirvi, quando il preside si è avvicinato al palco (il mio preside dell'epoca, SantoDulio, era una delle persone più flemmatiche del mondo, queste cose ce le lasciava fare, essendo fondalmentalmente inoffensive e nient'altro che scena), dalle casse è uscita la canzone, appunto, di Darth Vader.


E ho ripensato a com'era all'epoca, quando avere i capelli blu o verdi o rosa era effettivamente strano a vedersi, quando avere piercing non era così convenzionale.
Parlando sempre col mio amico sì, mi è venuta un po' di malinconia perché il biennio è stato fantastico, e la sento, la sento la differenza.

Un po' di nostalgia di quando eravamo davvero giovani e incoscienti, tutto qui.

domenica 16 settembre 2012

Okay...

Ho cancellato il suo numero e la cosa mi riempie di una certa soddisfazione.
Sono sempre stata pigra, specialmente quando l'impegno che ignoravo riguardava la disciplina necessaria per eliminare una dipendenza. Inutile dire che io, come molta altra gente, sono dipendente dallo stalking. E dal dare seconde (e terze, e quarte, e quinte, e seste, e così via) possibilità alle persone.

Quindi, cancellare il numero dal cellulare, azzerando le possibilità che io, sobria o sbronza, disperata o annoiata, possa cedere alla tentazione di scrivergli.
E visto che anche se non sembra, io alla mia dignità un po' ci tengo, sono felice della decisione presa.
Sono felice, perché sento come se stessi pian piano prendendo il controllo di tutto ciò che sta accadendo, e mi sento un po' poiù forte.

mercoledì 12 settembre 2012

Preservarsi

La mia amica E. ha capito tutto.

In un certo senso, la nostra è un po' come la favola della formichina e della cicala.
Lei, carina, simpatica, tranquilla e gentile.
Sempre andata bene a scuola, voti alti, non beve, non fuma, non ha mai avuto un ragazzo come da definizione, ma adesso ha trovato uno e ha fatto il colpo, perché ci sta insieme da otto mesi.
Al primo colpo.

Poi ci sono io. Carina e simpatica allo stesso modo, testa tra le nuvole, sboccata fino a virare nell'acidità ironica, sarcasmo al vetriolo, l'abisso dei voti tra le materie umanistiche (alti) e quelle scientifiche(bassissime). Fumo, bevo, un'istinto e una calamita per gli uomini sbagliati, mai avuto una storia lunga più di due mesi e mezzo. Se facciamo di Mattia un'eccezzione, ma lui non è proprio proprio una storia.

Avrei dovuto fare come lei. Preservarmi per qualcuno di davvero speciale. Non voglio dire la frase "per qualcuno che mi meriti", perche' mi sà da sbruffoncellata da qua a là via, ma almeno, "per qualcuno a cui importi, un po', di me".

domenica 9 settembre 2012

La sensazione

La sensazione di ieri sera, da sola in quel parcheggio deserto alle 4 del mattino, mezza ubriaca con gli occhi che mi facevano male.
Mi sentivo un fantasma.
E forse, volevo esserlo.
Ma è troppo facile, scomparire così, no?

So solo che in quel momento avrei potuto (avrei dovuto) essere con te, e invece ero sola.

venerdì 7 settembre 2012

Mi dispiace

...se continuo a scrivere post deprimenti. Lo giuro.
E' che per me l'autunno è così, malinconico e un po'agrodolce.

E poi, stavo pensando alla facilità con cui lasciamo andare le cose, e all'impegno fisico che ci serve per tenerle insieme.
Stavo anche pensando al peso che ho dentro, al male che il cuore mi fa quasi costantemente. Alla sensazione di occhi umidi e pesanti che non riesco a fare piangere.
Sono settimane che vorrei farmi un sano pianto. Da sola, in pubblico, mentre sono con un'amica. Non mi interessa molto.
Sinceramente, voglio solo provare quel sentore di vuoto del dopo, quando i singhiozzi sono solo un'irregolarità del respiro, quando hai la bocca impastanta e ti fanno male gli occhi.

giovedì 6 settembre 2012

The Truth

Io sono quella che prende le decisioni giuste e le sviluppa in maniera sbagliata.
Io sono quella che rompe la bottiglia di champagne sul fianco e poi fa di tutto per affondare la nave.

martedì 4 settembre 2012

Che non so...

...come io effettivamente faccia.
Se è davvero semrpe colpa mia come sembra oppure, magari, per ipotesi, per caso, capiti che sia anche un po' colpa di qualcun altro. Non dico sempre, ma a volte. Ogni tanto. Sporadicamente.
Non, perché se è davvero come sembra (ossia, se è davvero sempre colpa mia), allora c'è da mettersi le mani nei capelli.

E mi viene un attimo in mente la frase del film "Il Favoloso Mondo di Amelie", quella in cui non mi ricordo chi dice alla protagonista Se non piangi ti allaghi dentro e credo tu sia una marea in piena Améliee a me sembra davvero che la stia dicendo più a me, che a Audrey Tautou.
Perché mi veniva da piangere quando ho visto C. e, sapendo che solitamente è con A., non ho potuto fare a meno che cercare disperatamente di slogarmi il collo alla ricerca della sua presenza.
Poi, rassegnata, mi sono decisa a raggiungere le mie amiche per tornare a casa e, sulla via del ritorno, in macchina con D., ho visto la sua auto incrociarci per poi andare in direzione dello Skatepark, dove io ero fino a, quanto, 10 minuti prima?
E questo è il secondo momento in cui ho rischiato le lacrime.
Non sarebbe neanche da utilizzare il verbo rischiare, visto che sono giorni che sto pregando che una scelta divina mi renda finalmente umana e capace di piangere più di una volta all'anno.
E, a dir la verità, non ricordo nemmeno l'ultima volta che mi sono fatta un bel pianto.
Non lo ricordo proprio.

E invece sapete che ho fatto?

Riso. Io ho riso.
Devo essere una specie di iena, visto che ho questa quasi irritante capacità di ridere in ogni maledettissimo momento inopportuno. Anche perché abbiamo rischiato di finire su per una rotonda perché la mia amica mi guardava sconcertata del tipo "Ale, ale...stai bene?".
Io col cazzo che stavo bene. Poche volte stata peggio in vita mia.
Più che altro per il fatto che ero certa, ussignur ero maledettamente certa che ci sarebbe stato anche lui, quella sera. Ma stra maledettamente certa. Non avete idea.
E infatti c'era C.
E se c'era lui dovevo prenderlo come un segnale, un indizio, un invito alla pazienza, della serie "aspè Aleh, che ora arriva, ci parli, metti tutto apposto e se nun capisce cazzi suoi. Tu c'hai provato."
Invece ha prevalso il mio istinto da crocerossina (mai avuto in vita mia e a 20 anni doveva venire fuori, mannaggia a lui) che fornisce alibi a destra e a manca neanche fossero flyer per discoteche e me ne esco a pensare "mannò Aleh...domani magari lavora, magari è stanco, magari è da un'altra parte con il resto della compagnia, magari...
O, MAGARI, era con la bionda indie.
E, a quel punto della serata ho deciso che mi è anche andata bene. Dopo tutto, meglio vederlo con la Decolorindie o non vederlo affatto?

Questo fino al momento in cui non l'ho visto sfrecciare alle 2 meno qualcosa di notte.
Non voglio sapere cos'ha fatto/dove/con chi fino a quell'ora.
Giuro, non lo voglio sapere.

Lasciatemi qui nella mia bolla per sempre.
A leggere It e a non dormire la notte.

domenica 2 settembre 2012

Dispnea

Blocco d'aria nel petto.

Domani prenderò il primo treno di quest'anno accademico.
Devo dire che, a differenza di quello che si pensa dica un pendolare, mi mancava, viaggiare in treno. Mi piace vedere come la gente cerchi di ricreare il proprio spazio personale per renderlo il più confortevole possibile, nonostante il viaggio non sia magari così lungo. Mi piace vedere come si sentano inconsciamente minacciate quando, per caso, questo spazio venga minacciato.

In più, mi manca Udine.

Pordenone [e la gente che c'è] mi toglie l'aria.
Pordenone [e la gente che c'è] mi inumidisce gli occhi
Pordenone [e la gente che c'è] mi spezza il cuore.

mercoledì 29 agosto 2012

Dea Bendata

Non che poi lo becco in centro con una tizia (brutto viso, occhiali da vista indie, capelli cortissimi decolorati, grassa - ma dopotutto, io non sono attendibile).
E mi sfotte pure. E fa il simpatico, pure.

E ho avuto gli occhi lucidi tutta la sera, pure.

E la cosa che mi ferisce di più è che io sì, ho facilmente ragazzi che mi interessano, ma non ho altrettanto facilmente ragazzi che mi piacciono, che è ben altra faccenda.
Ed era da tempo, da tanto tempo, che non mi piaceva nessuno come mi piaceva lui.

Quindi, stamattina ho pensato "bè dai, sfortunata in amore, fortunata al gioco, no?".
Ho comprato un gratta e vinci.
Ho vinto 3 euro.
Il gratta e vinci costava 3 euro.

L’area di azione della mia sfortuna si basa sul principio dei vasi comunicanti.

sabato 25 agosto 2012

Incubi

Spesso mi capita di valutare le mie opinioni riguardo alcune cose, verificandone l'obbiettività, la veridicità, le motivazioni per le quali mi sono fatta un'idea del genere riguardo quella cosa, quell'argomento, quel fatto.
Per questo, è un paio di giorni che, più o meno inconsciamente, a cosa distingua un sogno da un incubo.
O, anche, cosa trasformi un sogno in un incubo. 

Questo perché l'altra notte ho fatto un sogno meraviglioso.
Praticamente, non per sembrare smielata, ma ho sognato di avere un ragazzo. 
E ci stavo bene insieme, avevamo un'intesa da paura, c'era una chimica tra di noi che mi ha spaventato tanto era bella e splendente.

Il sogno si è trasformato in un incubo nel momento in cui mi sono riconosciuta nella mia camera, da sola, con la luce dell'alba che scivolava tra i buchi delle serrande parzialmente abbassate, mentre la radiosveglia sul comodino segnava le 05:07.
Ed ero sola.

giovedì 23 agosto 2012

Segni Particolari

Ieri sera. 
Ieri sera sono andata con alcuni della compagnia a Portovecchio, in Veneto, perché ieri sera Max suonava con il suo secondo gruppo e a me andava bene, visto che tre su quattro degli altri membri erano al liceo con me (non in classe insieme) e volevo salutarli.
E poi, diciamocelo, non è che ultimamente il mondo impazzisca di cose da fare di sera.

Morale, ci troviamo in una sagra sperduta da qualche parte giù per Porto, e in quello lo vedo arrivare.
P.
P. non è altro che un mio caro amico, confidente più o meno, che non ha più occasione di ricoprire questo ruolo perché non abitiamo nella stessa città e perché non andiamo più nella stessa scuola; perché non abbiamo più occasione di incontrarci, insomma. Se non per puro caso.

Insomma, ieri gli vado incontro, lo saluto con un pugno sulla spalla, lui mi risponde nello stesso modo e mi dice:
"C'eravamo io e M. e non capivamo se eri tu".
"...e quindi?"
"Bè, io ti ho riconosciuta dal modo in cui fumavi".

Il dettaglio è che, due anni fa, lui mi piaceva da matti.
Mi si è spezzato il cuore. Ancora.


venerdì 10 agosto 2012

Bambina

Stavo pensando che sono stata meglio questi cinque o sei giorni in Croazia con 5 amici in croce che non gli ultimi due mesi in Italia dove di amici ho l'imbarazzo della scelta.
Che poi, l'altro ieri era il mio compleanno e adesso di anni ne ho 20.
E sento un cambiamento sotterraneo che mi gela il sangue; no, non parlo di quelle cazzate della serie "ora mi sento matura" "ora sono una persona seria" etc. etc. 
Al massimo penso "ora sono vecchia".
Che poi, l'altro giorno, che siamo usciti dal campeggio e il bagno siamo andati a farlo in un'altra baia, più nascosta ai turisti e dove vanno i ragazzi del posto, mi sono avvicinata al dirupo dal quale si sono lanciati alcuni miei amici, incuranti del pericolo.
Mi sono accucciata sul bordo e facendo attenzione a non sporgermi troppo ho sbirciato sull'acqua che sembrava aspettarci solo noi, 8 metri al di sotto della roccia che ci reggeva ed era tutta blu e verde e azzurra e tutte le sfumature che ci stanno nel mezzo. 
Io mi sentivo piccolissima, una bambina che ha paura a scendere dalla macchina dei genitori il primo giorno di scuola e che guarda il cemento del marciapiede con sospetto e sì, anche paura. 

Passi gli anni a contare i compleanni finché non finisci le dita delle mani due volte per poi sentirti piccoletta altre centinaia di volte.
Guardando giù. Facendo a gara a chi vede più stelle cadenti. Abbracciando quel ragazzo che può anche avere un anno o due in meno di te, ma che ti fa sentire bambina ancora un po'.

venerdì 20 luglio 2012

A volte me lo chiedo.

Perchè non essere come quelle ragazze un po’ sciocche (un po’ tanto sciocche) che vedo in giro, o che conosco. Intendo quelle che hanno la mente leggera, quelle il cui unico problema è cosa indossare per fare colpo su quel ragazzo carino, quelle il cui peggiore incubo è svegliarsi una mattina e trovarsi le doppie punte.

Perchè non essere come loro. Perchè avere un’integrità, una personalità, perchè avere un io appena appena più complesso dello standard se questo ci rende infelici?

A volte, quando vado a dormire - e non riesco ad addormentarmi - incrocio le dita sulla pancia e fisso il soffitto ingoiato dal buio pensandoci. Finisce sempre che mi addormento, anche solo per un paio d’ora, sperando ardentemente di svegliarmi la mattina seguente ed essere come quelle ragazze un po’ sciocche (un po’ tanto sciocche) che quando incrocio per strada un po’ disprezzo e un po’ invidio.