venerdì 28 settembre 2012

Era una notte buia e tempestosa

No dai, lasciamo perdere Bulwer-Lytton (o Snoopy, come preferite), perché ieri sera FINALMENTE non ha piovuto. Però faceva freddo, quello sì.

Insomma, introduciamo la mia storiella dicendo che io, che sono una persona sana e per niente abbagliata dalla notorietà e da impossibili sogni di fama (infatti alle 15 vado a fare un casting - per curiosità loggiuro), da grande voglio fare la traduttrice di libri - o la serial-killer, dipende tutto da quanto gli uomini mi faranno uscire di testa.
Insomma, traduttrice. 
Ho tradotto, quest'estate, un paio di racconti dall'inglese all'italiano per sfizio e ieri sera, che era la mia "serata creepy", ho deciso di sceglierne un'altro da internet, puramente a caso e puramente dell'orrore.
Dovete sapere che ho un gusto per l'horror che si limita allo scritto.
Ve spieghe.
I film mi fanno paura. Ma una paura assassina. Però, nel momento in cui finiscono, scivola via tutto e non mi rimane alcuna traccia dell'angoscia che provavo fino ad un secondo prima, niente di niente.
Con i libri, romanzi, racconti dell'orrore è un'altra musica.
Non so perché, ma quando, un mese fa, ho cominciato a leggere "It" di Stephen King - per esorcizzare il mio trauma, visto che i miei cugini e mio fratello mi hanno fatto vedere la miniserie quando avevo ben 6 anni - non riuscivo a dormire se non lasciavo la lampada del comodino accesa, anche al minimo.

Ah ah ah, sì sì ridete, ridete. Intanto io stavo morendo.

Comunque, così.
E anche se dopo me ne pento - vedi: luce accesa di notte all'età di vent'anni - nel momento in cui leggo quelle cose, provo una sensazione quasi estatica. Divina.
Insomma, ieri sera ero sul profilo Creepypasta & Stuff, che io adoro, a leggermi un po' di storie (tra cui la "storia vera" da cui è stato tratto il film "The Possession", per chi interessa), quando ho deciso di provare a tradurne una, visto che un po' di allenamento non fa mai male.

E così, cominciò tutto.

Ero già su tumblr, così ho messo "creepy" nelle tag di ricerca, e per un po' nisba, solo immagini inquietanti o fintamente inquietanti o per nulla inquietanti, finchè non trovo un link esterno sotto la scritta di un tumblero che reca:
"This. Read it."

Bingo.

Titolo: "The Strangers".
Figo.

Senza neanche leggere le prime due righe (no dai, almeno quelle le ho lette), apro un documento di word, seleziono l'intero testo e lo incollo nella mia bella pagina bianca.
Risultato: 9 pagine di assolutamente niente.
< bon dai, sarà il testo scritto in bianco > penso. Seleziono tutto, imposto il nero. Nada. 
Beeeeeneeeeee.
Ci riprovo due volte. Niente. Cancello. Ricopio, reincollo. Niente. Chiudo word, riapro word, di nuovo ctrl + C e ctrl + V. Niente. 
Tutto da capo per altre due volte e finalmente ci riesco!

[Parentesi importante: ho passato la giornata a fare i compiti di russo su word, quindi funzionava. Dopo li ho stampati tutti e l'inchiostro non accennava a finire. Capirete dopo perché sto parlando della stampante]

Per diminuire le pagine cambio font e misure. Vado su "carattere" per sbaglio e tutte le impostazioni (corsivo, grassetto, maiuscolo, maiuscoletto, ecc) erano selezionate. Clicco sul quadratino di una e non si deseleziona. Mi ci accanisco e niente. Fanculo. 
Cambio le impostazioni del paragrafo e poi, per curiosità, torno su "carattere". Tutto deselezionato.
W...T...F...
Ma Aleh NON E' AFFATTO INFLUENZABILE e decide di stampare.
Manca l'inchiostro.
Non è vero non mentirmi stampantina mia che ti smondo.
Annulla procedura di stampa. 
Faccio di nuovo stampa.
Manca la carta.
Eeeeehhhh no vecchia bene. C'E' UNA CAZZO DI PILA ALTA TRE CENTIMETRI SE C'E' UNA COSA CHE NON TI MANCA E' LA CARTA!!!
Annulla. Rifai.
Stampa.
E effettivamente stampa.

E volete sapere il bello? - chiaramente a parte il fatto che non ho dormito bene per tutta la notte -
Che ho cominciato a tradurlo, quel racconto.

E parla di treni.

Io sono pendolare.



martedì 25 settembre 2012

In verità a me l'autunno piaceva

Ora, diciamo, che mi piace con qualche riserva.
Non si sà bene perché, quest'estate mi è parsa lunga e infinita, piena di cose ma allo stesso tempo della stessa consistenza dei sogni (Aleh oggi è poetica), vale a dire aria fritta.
Ad ogni modo, sì, quest'estate mi è sembrata così lunga che mi ero fin dimenticata come fosse il cambio di stagione; quasi CHE CI FOSSE il cambio di stagione. Così non ho avuto il tempo per cercare di comprendere come vestirmi di giorno in giorno - visto che non è così scontato che, mettendo che ieri facesse freddo, oggi ti convenga vestirti pesante perché il tempo potrebbe regalarti un ultimo assaggio di tremendo agosto PROPRIO quando hai deciso di fare il cosplay di un eschimese.

Morale: raffreddore.
Raffreddore che sta generando paranoie su paranoie perché non riesco a fare niente che necessiti di un certo impegno psico-fisico, il che mi rende libera di cazzeggiare, ma allo stesso tempo sono triste proprio perché dovrei studiare e mi sento in colpa a non farlo, anche se non sarei in grado di spararmi pagine e pagine di cirillico.

C'è da dire che prima ho anche visto "Sepolti in casa", e ho sentito un violentissimo bisogno di mettere a posto la camera.
Sul serio.
Dev'essere la terza volta in vent'anni di vita.
Ommiodio.
Esci da questo corpo.

venerdì 21 settembre 2012

Messaggi subliminali

Partiamo col fatto che sono di PN e ora c'è Pordenonelegge.
Per oggi, lasciamo un attimo da parte il fatto che è pieno di gente importante e che domani vado dal mio amour Ian McEwan.
No, ora concentriamoci sul fatto che è pieno anche di gente vestita di giallo che ricopre il ruolo di "angelo", vale a dire di staff, e ieri per salutare un mio amico che lo fa l'ho chiamato:
"Ehi, Angelo!"

Indovinate un po', miei cari, come si chiama Lui. E immaginate, ora, la faccia che ho fatto un attimo dopo aver formulato la frase.

E questo è stato il primo dei messaggi subliminali che andranno in escalation fino a raggiungere il culmine stamattina e una sottospecie di imitazione di apoteosi oggi pomeriggio.

Ieri sera:
Dopo essere uscita as usual con i miei amichetti, mi sono fermata con un po' di altra gente che lo conosce. Morale, uno di loro doveva comprare quella crema che si usa nei computer o nei processori, e non sapeva dove. E lì è cominciata:
- Cioè, io pensavo di prenderla in quel negozio là...
- No no no...vai qua dietro, a sinistra della pasticceria, a A. l'hanno data gratis
- Ne sei sicuro?
- Sì sì...me l'ha detto A.
E via così per cinque minuti in cui il nome è stato pronunciato in maniera esponenziale. Disperazione perché in tutte le volte che mi sono fermata con loro non l'hanno mai nominato. Mai. Mai.
E quello tra di loro che conosco meglio, vedendo che avevo uno sguardo strano mi fa:
- Sai chi è A. vero?
- Sì...so chi è A...

Stamattina:
Stavo andando a cercare mio fratello, anche lui un angioletto dell'evento, che la mattina si sveglia prima di me e quando torno a casa la sera lui è già a dormire. Per cui, bene o male, non lo vedevo da tre giorni.
Seduti al bar, becco C. e un suo amico. Mi fermo per una sigaretta e C. mi fa:
- Ma...A ?
- A cosa?
- Non vi scrivevate?
- Bè guarda...lui non mi ha più risposto ai messaggi e io non gli ho più scritto.
- Neanche per sapere perché non ti ha più risposto?
- Ti dirò...tempo due settimane e con gli orari che ho non avrò neanche il tempo di capire chi sono...figurati quello per correre dietro alle persone. Anche perchè proprio io di mio non corro dietro alle persone.
- ...qua mi tocca darti ragione...
E SE MI DA RAGIONE LUI che di solito mi ribatte sempre...

Morale...
oggi pomeriggio mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto. Lo riconosco. E' lui.
Con una scusa banalissima. Ma mi ha scritto.
Un paio di messaggi e ho fatto cadere la conversazione.
Devo ancora capire se ho fatto bene o se ho fatto male.

Chi vivrà vedrà.

[Non gli ha parlato C. eh? Noooooo figuarti]

martedì 18 settembre 2012

A dir la verità...

...oggi vorrei parlare di un po' di cose.
Del fatto che fa ancora troppo caldo a mezzogiorno, che in questo momento dovrei essere a studiare, che in alternativa dovrei mettere in atto un piano regolatore in camera mia per trovare un posto decente per i miei libri che si stanno ammucchiando un po' ovunque, che tra pochi giorni vedrò il mio uomo (Ian McEwan) finalmente dal vivo, del fatto che oggi mi sono sentita un po'...così.

Ma un passo alla volta e direi che l'unica cosa importante è l'ultima.

Stamane mi sono svegliata troppo tardi per fare qualunque cosa. Considerata che tre condomini vicino al mio hanno deciso che oggi era una splendida giornata per tagliare l'erba contemporaneamente, per cui studiare a casa era fuori discussione.
C'è da contare la mia innata pigrizia, quindi ho deciso che era una giornata adatta per andare a trovare i miei figliuoli al mio vecchio liceo.

[figliuoli perché in quinta ad un certo punto mi sono ritrovata con un gruppetto di animati adolescenti di due o tre anni in meno di me che mi chiamavano con enfasi "mamma". Morale, per maggio-giugno non ho mai fatto un piano di scale sulle mie gambe. Like a boss]

E insomma sono andata.
E insomma mi è venuta un po' di tristezza, perché ho preso l'autobus che prendevo due anni fa e mi sono ritrovata nel cortile in cui fumavo di nascosto due anni fa. Anche perché ho beccato un mio compagno di prima superiore (6 ANNI FA! 6 ANNI FA! 6 ANNI FA!) e ci siamo messi a ricordare le assemblee di istituto quando noi eravamo matricole, che "uno di quelli grandi di quinta" aveva usato per presentare la sua lista-fake da rappresentante di istituto, dal nome "l'impero colpisce ancora".

Io andavo all'artistico.

Per dirvi, quando il preside si è avvicinato al palco (il mio preside dell'epoca, SantoDulio, era una delle persone più flemmatiche del mondo, queste cose ce le lasciava fare, essendo fondalmentalmente inoffensive e nient'altro che scena), dalle casse è uscita la canzone, appunto, di Darth Vader.


E ho ripensato a com'era all'epoca, quando avere i capelli blu o verdi o rosa era effettivamente strano a vedersi, quando avere piercing non era così convenzionale.
Parlando sempre col mio amico sì, mi è venuta un po' di malinconia perché il biennio è stato fantastico, e la sento, la sento la differenza.

Un po' di nostalgia di quando eravamo davvero giovani e incoscienti, tutto qui.

domenica 16 settembre 2012

Okay...

Ho cancellato il suo numero e la cosa mi riempie di una certa soddisfazione.
Sono sempre stata pigra, specialmente quando l'impegno che ignoravo riguardava la disciplina necessaria per eliminare una dipendenza. Inutile dire che io, come molta altra gente, sono dipendente dallo stalking. E dal dare seconde (e terze, e quarte, e quinte, e seste, e così via) possibilità alle persone.

Quindi, cancellare il numero dal cellulare, azzerando le possibilità che io, sobria o sbronza, disperata o annoiata, possa cedere alla tentazione di scrivergli.
E visto che anche se non sembra, io alla mia dignità un po' ci tengo, sono felice della decisione presa.
Sono felice, perché sento come se stessi pian piano prendendo il controllo di tutto ciò che sta accadendo, e mi sento un po' poiù forte.

mercoledì 12 settembre 2012

Preservarsi

La mia amica E. ha capito tutto.

In un certo senso, la nostra è un po' come la favola della formichina e della cicala.
Lei, carina, simpatica, tranquilla e gentile.
Sempre andata bene a scuola, voti alti, non beve, non fuma, non ha mai avuto un ragazzo come da definizione, ma adesso ha trovato uno e ha fatto il colpo, perché ci sta insieme da otto mesi.
Al primo colpo.

Poi ci sono io. Carina e simpatica allo stesso modo, testa tra le nuvole, sboccata fino a virare nell'acidità ironica, sarcasmo al vetriolo, l'abisso dei voti tra le materie umanistiche (alti) e quelle scientifiche(bassissime). Fumo, bevo, un'istinto e una calamita per gli uomini sbagliati, mai avuto una storia lunga più di due mesi e mezzo. Se facciamo di Mattia un'eccezzione, ma lui non è proprio proprio una storia.

Avrei dovuto fare come lei. Preservarmi per qualcuno di davvero speciale. Non voglio dire la frase "per qualcuno che mi meriti", perche' mi sà da sbruffoncellata da qua a là via, ma almeno, "per qualcuno a cui importi, un po', di me".

domenica 9 settembre 2012

La sensazione

La sensazione di ieri sera, da sola in quel parcheggio deserto alle 4 del mattino, mezza ubriaca con gli occhi che mi facevano male.
Mi sentivo un fantasma.
E forse, volevo esserlo.
Ma è troppo facile, scomparire così, no?

So solo che in quel momento avrei potuto (avrei dovuto) essere con te, e invece ero sola.

venerdì 7 settembre 2012

Mi dispiace

...se continuo a scrivere post deprimenti. Lo giuro.
E' che per me l'autunno è così, malinconico e un po'agrodolce.

E poi, stavo pensando alla facilità con cui lasciamo andare le cose, e all'impegno fisico che ci serve per tenerle insieme.
Stavo anche pensando al peso che ho dentro, al male che il cuore mi fa quasi costantemente. Alla sensazione di occhi umidi e pesanti che non riesco a fare piangere.
Sono settimane che vorrei farmi un sano pianto. Da sola, in pubblico, mentre sono con un'amica. Non mi interessa molto.
Sinceramente, voglio solo provare quel sentore di vuoto del dopo, quando i singhiozzi sono solo un'irregolarità del respiro, quando hai la bocca impastanta e ti fanno male gli occhi.

giovedì 6 settembre 2012

The Truth

Io sono quella che prende le decisioni giuste e le sviluppa in maniera sbagliata.
Io sono quella che rompe la bottiglia di champagne sul fianco e poi fa di tutto per affondare la nave.

martedì 4 settembre 2012

Che non so...

...come io effettivamente faccia.
Se è davvero semrpe colpa mia come sembra oppure, magari, per ipotesi, per caso, capiti che sia anche un po' colpa di qualcun altro. Non dico sempre, ma a volte. Ogni tanto. Sporadicamente.
Non, perché se è davvero come sembra (ossia, se è davvero sempre colpa mia), allora c'è da mettersi le mani nei capelli.

E mi viene un attimo in mente la frase del film "Il Favoloso Mondo di Amelie", quella in cui non mi ricordo chi dice alla protagonista Se non piangi ti allaghi dentro e credo tu sia una marea in piena Améliee a me sembra davvero che la stia dicendo più a me, che a Audrey Tautou.
Perché mi veniva da piangere quando ho visto C. e, sapendo che solitamente è con A., non ho potuto fare a meno che cercare disperatamente di slogarmi il collo alla ricerca della sua presenza.
Poi, rassegnata, mi sono decisa a raggiungere le mie amiche per tornare a casa e, sulla via del ritorno, in macchina con D., ho visto la sua auto incrociarci per poi andare in direzione dello Skatepark, dove io ero fino a, quanto, 10 minuti prima?
E questo è il secondo momento in cui ho rischiato le lacrime.
Non sarebbe neanche da utilizzare il verbo rischiare, visto che sono giorni che sto pregando che una scelta divina mi renda finalmente umana e capace di piangere più di una volta all'anno.
E, a dir la verità, non ricordo nemmeno l'ultima volta che mi sono fatta un bel pianto.
Non lo ricordo proprio.

E invece sapete che ho fatto?

Riso. Io ho riso.
Devo essere una specie di iena, visto che ho questa quasi irritante capacità di ridere in ogni maledettissimo momento inopportuno. Anche perché abbiamo rischiato di finire su per una rotonda perché la mia amica mi guardava sconcertata del tipo "Ale, ale...stai bene?".
Io col cazzo che stavo bene. Poche volte stata peggio in vita mia.
Più che altro per il fatto che ero certa, ussignur ero maledettamente certa che ci sarebbe stato anche lui, quella sera. Ma stra maledettamente certa. Non avete idea.
E infatti c'era C.
E se c'era lui dovevo prenderlo come un segnale, un indizio, un invito alla pazienza, della serie "aspè Aleh, che ora arriva, ci parli, metti tutto apposto e se nun capisce cazzi suoi. Tu c'hai provato."
Invece ha prevalso il mio istinto da crocerossina (mai avuto in vita mia e a 20 anni doveva venire fuori, mannaggia a lui) che fornisce alibi a destra e a manca neanche fossero flyer per discoteche e me ne esco a pensare "mannò Aleh...domani magari lavora, magari è stanco, magari è da un'altra parte con il resto della compagnia, magari...
O, MAGARI, era con la bionda indie.
E, a quel punto della serata ho deciso che mi è anche andata bene. Dopo tutto, meglio vederlo con la Decolorindie o non vederlo affatto?

Questo fino al momento in cui non l'ho visto sfrecciare alle 2 meno qualcosa di notte.
Non voglio sapere cos'ha fatto/dove/con chi fino a quell'ora.
Giuro, non lo voglio sapere.

Lasciatemi qui nella mia bolla per sempre.
A leggere It e a non dormire la notte.

domenica 2 settembre 2012

Dispnea

Blocco d'aria nel petto.

Domani prenderò il primo treno di quest'anno accademico.
Devo dire che, a differenza di quello che si pensa dica un pendolare, mi mancava, viaggiare in treno. Mi piace vedere come la gente cerchi di ricreare il proprio spazio personale per renderlo il più confortevole possibile, nonostante il viaggio non sia magari così lungo. Mi piace vedere come si sentano inconsciamente minacciate quando, per caso, questo spazio venga minacciato.

In più, mi manca Udine.

Pordenone [e la gente che c'è] mi toglie l'aria.
Pordenone [e la gente che c'è] mi inumidisce gli occhi
Pordenone [e la gente che c'è] mi spezza il cuore.