mercoledì 24 luglio 2013

Radici

Io credo che la radice del problema sia, in pratica, radicata in noi fin da quando siamo piccoli.

Vedete, quando hai, non so, sei, sette, otto anni vedi i ragazzi più grandi e cominci a crearti delle aspettative, cose del tipo "quando sarò grande, sarò bellissima, andrò bene a scuola, viaggerò, avrò un sacco di amici, un ragazzo che mi ama..." e così via.

Poi arrivi all'alba dei 21 anni.
L'università ti fa venire ansia, non hai nemmeno i soldi per un biglietto dell'autobus, non riesci a trovare un lavoro, i tuoi amici ti sembrano sempre così impegnati, il tuo ragazzo ti lascia perché deve partire, trovare un posto.

La verità è che non c'è guadagno senza sacrificio.
A volte devi sacrificare aspettative che ti eri costruito per aspirare a qualcuno di migliore di chi sei ora.
Altre volte, devi sacrificare delle persone, per trovare qualcuno da diventare. Non hai scelta.
E per quanto tu voglia bene a quelle persone devi scegliere se lasciarle indietro, o tenertele strette e morire ogni giorno un po' di più.
E io lo capisco.
E sono orgogliosa di lui.
Oddio, il fatto che il mio ragazzo mi lasci perché deve partire e parta il giorno del mio compleanno è un po' una presa per il culo.
Ma va bene così.
Voglio dire, sembra quasi simbolico.

Il giorno del mio compleanno chiuderò la persona di cui sono innamorata dietro una delle infinite porte della mia mente e comincerò.
Da capo.
Di nuovo.

lunedì 24 giugno 2013

Somme

Forse ho sbagliato tutto.
Forse ho fatto un errore ENORME che mi sta costando soldi e tempo e non posso uscirne se non in perdita.
Forse sono solo un'idiota che fa il passo più lungo della gamba ed è troppo orgogliosa per tirarsene fuori prima di andare completamente a fondo.

Io odio fallire.
E, paradossalmente, è proprio questo che mi porta al fallimento.

Non so cosa fare e ho bisogno di aiuto.

mercoledì 22 maggio 2013

E.

Non era mia amica. Eravamo in classe insieme.
Ho deciso che mi ricorderò di lei prima del lento ricadere nella malattia.
Che mi ricorderò di lei quand'era lucida e bellissima.
Quando ci si beccava in giro per il centro e ti fermava, ti chiedeva, ti raccontava, per poi schizzare via che si sà, lei aveva un sacco di cose da fare.
Poi tutto si è guastato.

Non ho più avuto l'occasione di vederla sveglia come allora.
E, nonostante la conoscessi molto superficialmente, sapendo qualcosa giusto attraverso informazioni di seconda mano, mi sarebbe piaciuto davvero tanto.
Vederla infervorare per un libro, farmi i complimenti per un tema scritto bene, vederla mentre ballava sovrappensiero in spogliatoio o durante educazione fisica.

Spero tu ora possa trovare la pace che, vedendoti negli ultimi tempi, sembrava non riuscissi a trovare.

-

Dovevo scriverlo da qualche parte.
Facebook non credo proprio. Ci sta pensando già troppa gente.
Sono sconcertata.

martedì 7 maggio 2013

Cambi di percorso

Cambio di programma.

Suo fratello (designer di interni che vive a New York) gli ha trovato un lavoro.
A Miami.
A tempo indeterminato.
Non è ancora niente di certo, ma è un'occasione d'oro.

Se tutto segue le migliori previsioni, tra un paio di mesi parte verso il mai più e io sono stanca, stremata da questi addii.
E sono ancora più stanca e più stremata di essere sempre il punto di partenza e mai il punto d'arrivo, di essere sempre qualcosa da ricordare di una vita fa e mai qualcosa da tenere nella vita di sempre.

lunedì 22 aprile 2013

Too Late To Run

Che succede quando senti, dopo anni e anni di inverno dentro, la sensazione di voler dare a qualcuno il meglio che puoi offrire?
Anche se non sai cosa sia il tuo meglio, anche se non sai bene dove sia?
Che succede quando sai che questo meglio verrà portato dall'altra parte del mondo, a ore e ore e ore di fuso orario, a finire in un angolo della mente, come ricordo di quella ragazzina che hai lasciato indietro?

Per adesso continui a rimandare.
Egoisticamente ringrazio il dente del giudizio che ti sta trattenendo al mio fianco, ma ti vedo in catene e le tue catene mi feriscono gli occhi, con la stessa intensità con cui vederti dormirmi vicino mi fa stare bene.

E' continuare a far finta di niente, questa storia.
Distrari a guardare le nuvole o la folla quando un conoscente ti chiede distratto la data della partenza, come se la cosa non mi riguardasse, non mi ferisse.
Come se non mi facesse star male il pensiero di te che incontri un'altra, laggiù, il terrore di vedere la tua immagine profilo cambiare e vederci comparire dentro una biondona da chilo; il terrore di vederti tornare con una sottile striscia d'oro all'anulare.
Ormai vado per ellissi. Non c'è mai limite allo scenario peggiore.

E da qui la mia decisione, quella che per un attimo ti ha spezzato la voce, al buio.
L'ho sentita, quella piccola esitazione nell'acconsentire, nel dimostrarti concorde con le mie parole.
Che poi, tu sei quello del "Sappi che so, quello che vorresti. So che vorresti che dimostrassi qualcosa, ma ti dico già ora, che mi renderò conto di tutto solo sull'aereo, non prima" ma quel muro l'ho sentito tremare un po', ti ho visto vacillare per un secondo.
Magari è solo perché sentivi la mia voce strana che cercava di rinviare il pianto quel poco che bastava per poter dire quella piccola frase, ma mi piace pensare che fosse perché un po' male ti ha fatto.

Quella sera abbiamo chiuso il contratto e ora proseguiamo facendo finta di niente, dita accarezzate e scherzi come se non ci fosse una fine prestabilita da patti e clausole.




Il fatto è che io sento già un po' la tua mancanza.






"Io c'ho pensato. Molto. E ho deciso di non volerti più sentire dal momento in cui parti"


domenica 14 aprile 2013

Gatti e bambine

Oggi pomeriggio è successa una piccola cosa che ci terrei a raccontarvi.

Stavo tornando a casa con TheMan che mi riaccompagnava quando, alla fermata dell'autobus dietro casa mia, vediamo una bambina che gioca (o almeno ci prova) con un gattino randagio.
Io, amante dei gatti e di solito causa involontaria di pianti e strilla di bambini, mi accovaccio ignorando il secondo fattore, avvicino piano la mano al muso del gatto. Prima la annusa e poi ci si strofina la testa.
Comincio ad accarezzarlo destando la meraviglia della bambina, che comincia a trotterellarmi intorno finchè non mi si mette vicino e mi urla "ciao!", per poi abbracciarmi, sotto lo sguardo divertito dei genitori.

Durante questo gesto dolcissimo, alzo la testa a guardarlo.
Mi guardava ridendo piano, socchiudendo gli occhi azzurri e chinando leggermente il capo; rideva come si ride delle cose belle, di quelle cose semplici che un po' ti fanno capire che sì, dai, questo mondo non fa così schifo e alla fine ci si può anche vivere, e che queste piccole cose possono essere anche quelle parole che spaventano perché sono vere e ci spaccano a metà, ci rendono vulnerabili, fragili, bambini, e che proprio per questo sono importanti e non più solo parole.
Che poi non è vero che le parole sono solo parole.
E queste parole per me adesso sono la mia peggior paura, la mia più grande debolezza.

"Ti prego non partire non è mai rimasto nessuno e io ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me che da sola non ce la posso più fare, e ti prego non andare anche te via, non lasciarmi qua anche te".

lunedì 8 aprile 2013

Il proseguimento in pillole

Sto per venire inghiottita da un vortice di depressione e insicurezze che non potrà fare altro che peggiorare.
Esami sempre più vicini che attaccano da tutte le parti, professori impazziti che danno tonnellate di compiti ignorando totalmente il fatto che abbiamo anche altre lezioni da seguire e altre cose da studiare.
Come se io il tempo potessi crearmelo no?

Il 23 (giorno più, giorno meno) lui và a latitare dall'altra parte del mondo e grazie tante, mentre io rimango qua a cercare di capire cosa cazzo sto sbagliando in tutto questo e se per caso non sia troppo tardi.

martedì 2 aprile 2013

A volte neanche il bene arriva per guarire

Questa pasqua è stata particolarmente rilassante, anche, sopratutto e probabilmente perchè mia madre, in un momento di lucidità ha deciso che quest'anno ci saremmo risparmiati lo straziante travaglio del pranzo di famiglia.
Tranquilli, ho recuperato tutto andando dagli altri parenti, quelli simpatici, che hanno deciso di ubriacarmi di Zibibbo.
Già.
Già.

Per il resto, tutto prosegue abbastanza alla grande.
Ho miracolosamente finito quasi tutte i compiti di russo (per ora le tre traduzioni e gli esercizi sul libro). Mancano solo le frasi di traduzione attiva.
Che sono 32.
Già.
Il mio professore ha paura che ci si dimentichi di lui.

E sono pronta ad ammetterlo, avere tutte queste cose da fare è a dir la verità una manna dal cielo, perché domani TheMan decide la data della partenza.

Non so neanche più cosa pensare.

lunedì 18 marzo 2013

Essere trovati

Questo è uno di quei post smielosi osceni.
Lo giuro.

Ora, io non so che idea vi siate fatti di me.
Che magari sono una ragazza facile, anche un po' superficiale, perché vado con questo, poi con quello, poi ho una cotta per questo, poi per quello.
E ora non vorrei passare per la bimbaminkia che dopo essersi scopata mezzo mondo dice "ma tesssssorooooo io sto aspettando il principe azzurro!!!"
Perchè io non sono così.
Io cerco e intanto inganno l'attesa.
Lo so, suona molto male. Ma molto forte.
Oddio, non vado con chiunque respiri e ho la decenza di trattare i miei "amichetticonbonus" per quello che sono, un connubio di sesso e persone, e se vedo che uno di loro si prende un po' troppo mentre io nisba, allora chiudo tutto il prima possibile.
E, sopratutto, non sono così ipocrita da parlare di questi rapporti come fossero chissà che, tipo amori folli o non so io.

E infatti non so quanto mi abbiate presa sul serio in questo post qua, ma io parlavo dal cuore.

E sono stata trovata.

Perchè, potrò sembrare la Samantha Jones Dei Poveri di turno, ma la differenza del sentimento la senti quando ci vai a letto, con quella persona (se non sei vergine, perché eh, in quel caso non hai metri di paragone).
E la differenza è potente.
Dio, se è potente.

Sono stata trovate e mi piacciono le sue mani, i suoi occhi, il modo in cui cerca di trattenere una risata quando mi succede qualcosa di buffo (e vagamente ridicolo-umiliante), il modo in cui invece ride quando faccio una battuta o racconto uno dei miei aneddoti, il suo odore, il modo in cui i suoi baffi radi mi feriscono il labbro superiore ad ogni bacio, la sua voce, gli sguardi che mi perforano al bar, con gli altri.

E dovreste sentire la sua, di lista, che mi ha sussurrato all'orecchio ieri notte, stesi sul suo letto con la luce dei lampioni e la pioggia che tichettava sul silenzio.

E parte.
Entro un/il mese.
Australia.

E io rimango qui.
E mio dio. Mio dio. Mio dio. Mio dio. Mio dio. Mio dio. Mio dio. Mio dio.

Un'occasione, io chiedo solo un'occasione perchè mi vada bene qualcosa, ogni tanto.

"Mi piace il modo in cui cerchi di tirarti indietro i capelli, e che alla fine continuano comunque a coprirti l'occhio destro"

venerdì 15 marzo 2013

Il naturale ordine delle cose

Devo dire che ho sempre pensato di essere davvero pessima a prendere le decisioni.
Qualsiasi, decisione.
Ho trovato un ragazzo che è anche peggio di me in questa, per così dire, "attività".

Avete presente il barista? TheMan, in questo blog?

Ecco.
Domenica pomeriggio, dopo aver cambiato bar già un paio di volte, torno in quello che ormai è casa e ribecco i miei amici di sabato.
In compagnia di TheMan.
Seduto al tavolo con loro.

Inutile anche solo tentare di negare che io, il giorno prima, nutrissi un certo interesse per il soggetto.
Quello che non mi sarei mai, e dico proprio MAI aspettata, era il suo ricambiarmi.

Perché domenica mi ha riaccompagnata a casa e mi ha baciata.
E da domenica ci sentiamo ogni giorno e parliamo di tutto tutto e ci vediamo anche, ogni giorno.
E ieri sera era già la seconda volta che andavo a casa sua d è stato anche meglio della prima e ho paura paura paura che mi piaccia davvero perchè persino Lucia, Honey e Figlia, che non si conoscono, mi hanno detto "Ale, stavolta è una cosa grossa".

Peccato una cosa.
Peccato che parta per l'Australia, non so quando, ma prossimamente.
Nel senso, a breve.


Ed è lui che se n'è uscito con "Ale, tu mi piaci un sacco", eccheccazzo, almeno lasciami l'illusione di pensare che se tu rimanessi mi scaricheresti dopo due giorni!!!

Che ormai non so neanche cosa pensare, perché fosse la prima volta!
Per adesso il sentimento non è minimamente ai livelli di quello che provavo per Mattia, ma la situazione è esattamente questa.


Che poi io, come avrete notato, sono quella delle millemila cotte simultanee, le quali ora sono sparite, tutte quante. Tranne lui. E mi sento pure in colpa per il mio egoismo nel desiderare che rimanga
Una possibilità chiedo, per essere felice.
UNA, CAZZO.



domenica 10 marzo 2013

Le Cronache Alcoliche #1

E poi arriva quel momento.
Il momento in cui il bar in cui vai ogni giorno (per un caffè ogni pomeriggio alle tre quando torni da Udine, per una birra il venerdì sera, per la colazione-del-mercato il sabato mattina, per l'aperitivo il sabato pomeriggio ecc), dopo anni di cameriere unicamente femmine, assume due ragazzi.
Due ragazzi.
Entrambi belli.
Entrambi simpatici.
Entrambi che sembrano-provarci-ma-non-si-sà-mah-nel-dubbio-butto-la-battutina-tattica.

Insomma, arriva quel momento e sei felice.
Ma dovresti saperlo.
Cavolo Aleh, dovresti saperlo che insieme a questo momento arriva SEMPRE anche il momento in cui gli amici ti fanno fare figure di merda con entrambi.

QUELLO E' IL MOMENTO CHE ARRIVA SEMPRE.

Ora ho capito perché Matte ha una lista dei bar del circondario e alcuni sono stati cancellati con una linea.

Vabbè, ormai vi racconto la scena.

17.30, oppure 18. Bar abbastanza pieno, ordino un bianco.
Dopo un po' non arriva.
Dopo un altro po' non arriva.
Chris chiama il cameriere (che chiameremo TheMan) per ricordargli della mia ordinazione, e ci fa segno che arriva.
Porta il bianco, faccio un paio di battute e Chris, da bravo amico, dà inizio a tutto:
TheMan: Ecco qua, scusa il ritardo.
Aleh: No, non ti perdono!
TheMan: No dai, perdonami!
Chris: Eh, sei stato cattivo, la Aleh dovrebbe sculacciarti!



*Lo so, ho amici socialmente imbarazzanti*

Aleh: COSA?!
TheMan: *Parlando a Chris* Ahahahahah và bene! Ma quando stacco, e stacco all'una, quindi ha ancora molti bianchi da bere, e non vuol dire che se io glielo lasci fare, poi non reagisca!
Aleh: CHE CAZZ...?!




Sì, sono abituatissima all'idea di vedere la mia dignità mentre viene stuprata davanti ai miei occhi, ve l'assicuro.

mercoledì 27 febbraio 2013

Di cosa ci si innamora?

Oggi stavo pensando una cosa [prima che mettano una legge che mi costringe ad offrire da bere ai presenti nel momento in cui lo faccio - pensare, intedo].

Quando ci innamoriamo di una persona, di cosa, esattamente, ci innamoriamo?

Lo so, lo so. Guardate, io sono la prima ad assumere un'espressione tra lo sconcertato e l'imbarazzato quando mi viene posta la domanda "ma lui, perché ti piace?", per poi uscirmene con un "perché è lui" strabordante di una dolcezza che non mi si addice affatto.
Tuttavia, è una domanda che un po' mi affascina.

E' una riflessione nata dalla mia colazione, quando ero sola al bar ad origliare per noia (non mi ero portata un libro) la conversazione di due quattordicenni in marina.
"...guarda, state benissimo insieme, ma mi chiedo perché tra i tanti tu abbia scelto proprio lui!"
"Bè, perchè è bello, simpatico, dolce, bravissimo a sc...blablablablabla..."

*scusate la censura ma negli ultimi giorni, a causa di una terapia che mi ha prescritto la ginecologa, sono diventata parecchio volgare e cerco di regolarmi come posso*

E mi sono chiesta: si riduce davvero tutto a questo?
E sopratutto: cos'è che mi faceva innamorare dei ragazzi? (vedi anche: cos'è che evidentemente dovrò evitare?!)

 E, con una breve divagazione dalle mie traduzioni di russo per domani, sono giunta ad una conclusione che mi ha vagamente rasserenato.
Io fin'ora mi sono sempre innamorata dei piccoli difetti, delle particolarità anche negative, quelle che mi facevano dire "non importa, fanno parte di lui".
Le dita che sapevano di tabacco, le discussioni botta e risposta in cui ci sfottavamo a vicenda in maniera parecchio acida, insomma, le cose che prima o poi si impara ad amare.

E' carina come cosa.



Opinioni?

domenica 24 febbraio 2013

Se sei sveglia alle 5 a.m. non è un buon segno



Oggi ho capito quanto velocemente le cose possano andare a rotoli.

Oggi ho capito che ora puoi stare bene, tra cinque minuti potresti essere appoggiata alla porta del bagno di un locale prendendo respiri profondi per non scoppiare in lacrime.

Oggi ho capito che il sesso, come i soldi, è abbastanza solo quando è troppo e quando è troppo sei finita.

Ho capito quanto soli ci si può sentire in mezzo alle luci e alla gente, quanto poco un bacio possa contare e quanto uno valga l’altro. E quanto per gli altri sia lo stesso.

Quella canzone nella quale ti immergi ogni volta che ti chiedi chi sei sparata nella testa da migliaia punti diversi, il bisogno di un abbraccio forte ma non c’è nessuno e tu sei sfinita, stanca e sconfitta e non hai neanche le forze di provarci.

Scompari nelle profondità delle braccia di qualcuno. Un altro. Nessuno.

Qualcuno mi trovi.



Boulevard of Broken Dreams - Greenday


I walk a lonely road,
The only one that I have ever known,
Don't know where it goes, 
But it's home to me and I walk alone,

I walk this empty street,
On the blvd. of broken dreams,
Where the city sleeps,
And I'm the only one and I walk alone

I walk alone,
I walk alone,
I walk alone,
I walk a..

My shadow's the only one that walks beside me,
My shallow heart's the only thing that's beating,
Sometimes I wish someone out there will find me,
'Til then I walk alone

I'm walking down the line,
That divides me somewhere in my mind,
On the borderline of the edge,
And where I walk alone,

Read between the lines of what's
Fucked up and everything's alright,
Check my vital signs to know I'm still alive,
And I walk alone


 My shadow's only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
Till then I walk alone


Ah-ah, Ah-ah, Ah-ah, Aaah-ah
Ah-ah, Ah-ah

I walk alone
I walk a

I walk this empty street
On the Boulevard of Broken Dreams
When the city sleeps
And I'm the only one and I walk a

My shadow's only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
Till then I walk alone

martedì 12 febbraio 2013

Forse 10% di compatibilità

Mi sto arrendendo al qualunquismo che sembra regnare nella mia città.
Ultimamente mi sembra di vivere in una bolla, collegata al resto del mondo solo attraverso i post sul papa, su Berlusconi e sulla neve. Che, tra l'altro, in questo preciso istante io dovrei essere a Udine ma mia madre mi ha fatto desistere - lo ammetto, non è stato necessario per lei impegnarsi molto visto il tempaccio.
Anche se qua sta pure venendo fuori il sole e con lui i sensi di colpa.

Ma parlando d'altro.
L'altro giorno sono uscita con Honey, l'unica mia compagna del liceo con la quale sono in contatto con una certa regolarità. Oltretutto, è cugina di Drop.
E quei due non hanno in comune proprio nulla. Al massimo la capacità intrinseca di mettersi ko da soli (Honey una settimana fa mi è arrivata con un occhio nero fatto da sè stessa, e stendiamo un velo pietoso), ma sono giunta alla conclusione che deve essere una sorta di rito di iniziazione all'età adulta, qualcosa che i cuccioli di quella famiglia devono fare entro i 21 anni (i due cugini hanno ben 2 giorni di differenza).
E inzomma sono uscita con lei.
Stavamo parlando di cose in generale, ed è venuto fuori che la sera prima aveva visto un nostro compagno di classe, e se n'è uscita con la frase:

"...e, come al solito, aveva davanti una birra! Il solito alcolizzato!"

E io un po' ci sono rimasta.
Il problema sta nel fatto che questo genere di frasi lo dice sempre con un certo livello di superiorità e quasi arroganza; io sono una di quelli che il venerdì, il sabato sera si prende una birra. Un calice di vino. Dipende dal momento. Una specie di ricompensa per essere sopravvissuta alla settimana.
E sentirmi definire un'alcolizzata per un bicchiere di vino non mi fa piacere. Ma proprio per nulla.

"Bè, oddio, alcolizzato...per un bicchiere di birra!"
"Ma io non capisco una persona che per divertirsi deve per forza ubriacarsi".
"...ma mica ti ubriachi con una birra..."
"Bè ma comunque!"

E la situazione è andata avanti con lei che mi faceva la predica perchè:
1- Vado a letto con Fabio pur non standoci insieme e non avendo la minima intenzione di cominciarci una relazione in un futuro.
2- Fumo (interpretazione libera - in un caso abitualmente, nell'altro una volta ogni morte di papa, e sto giro si è solo dimesso).
3- Bevo.

 
E, per quanto io voglia bene ad ogni mio singolo amico e ad ogni mia singola amica, la gente che mi giudica basandosi su fatti del genere mi fa girare.
Cavolo, ho vent'anni, potrò fare quello che mi pare, se non danneggia nessun'altro?
E c'era qualcosa di fondo che mi irritava profondamente.

Poi ci sono arrivata.

Lei, come anche mio fratello, non ha un briciolo di curiosità nei confronti della vita.
E intanto mi giudica.

Solo io ho gente così intorno?

sabato 26 gennaio 2013

La Teoria dell'Attrazione

Sì mi rendo conto che il titolo suona come quello di una puntata di Sex&TheCity (mi piace scritto attaccato).
E mi rendo conto che dipenda dal fatto che mi sto facendo la maratona di quel telefilm.
Ma non centra. Almeno, non direttamente.

Ieri ero a fare aperitivo con Figlia, e poi è arrivato B, de LaCompagnia, mentre ne aspettavamo gli altri membri.
B è, a quanto pare, un esperto di chakra e tutte quelle cose, e devo dire che finalmente ho trovato qualcuno che parli di cose un po' strane con cognizione di causa; cioè, si vedeva che ne sapeva.
In quel momento stavo parlando della mia storica sfortuna con gli uomini, e lui mi dice questo:
"E' la teoria dell'attrazione".
E io lo giuro, che ero pronta a sentirmi un altro genio del male che mi diceva che me le vado a cercare.
Invece no.

Praticamente:
"Funziona così. Tu non devi desiderare che NON ti accada qualcosa. Devi desiderare molto, molto, molto intensamente quello che vuoi che accada, ma non solo. Devi desiderarlo, ma cercando di provare, di immaginare i sentimenti che ti darebbe quella cosa. 
Tu vai all'università, no? E' come se tu ti immaginassi dopo aver passato un esame difficile e importante: senti il peso di quell'esame che non c'è più e sei rilassata, in più provi euforia perché l'hai passato con un bel voto.
Devi provare quello che proveresti se l'avessi già ottenuta, quella cosa. Devi comportarti, come se avessi già ottenuto quello che vuoi."

E devo dire che la cosa mi ha illuminata.
La mia negatività, la mia rassegnazione e la mia sfiducia non mi porteranno da nessuna parte.

martedì 22 gennaio 2013

Sogni d'oro

Pordenone.
07.00 a.m.
Suona la sveglia e attraverso la mia camera per spegnerla, visto che ieri sera ho avuto la brillante idea di lasciarlo nel cappotto.
Sono l'unica a pensare che il momento peggiore della giornata sia quello che intercorre tra la sveglia che comincia a suonare e quando riesci a spegnerla?
Comunque, mi accorgo che c'è qualcosa che mi turba. Qualcosa mi rimbalza in testa e nel momento in cui sciolgo il trauma da risveglio mi rendo conto di cos'è.
Bevo un po' d'acqua dalla bottiglietta poggiata sul comodino, tiro fuori da un cassetto una delle sigarette che tengo di riserva e me la accendo nella penombra della mattina.
Mi siedo ai piedi del letto, tastando sotto per cercare il posacenere.

Ho sognato di stare insieme a Drop.

Drop è il soprannome che ho dato or ora ad un'amico di A e M, fanno parte della stessa compagnia, che d'ora in poi chiamerò LaCompagnia
Oltre ad un loro amico, Drop è anche cugino di una mia amica con cui ero in classe al liceo, l'unica con la quale sono ancora in stretti rapporti.
Inutile dire che Drop, come A e M, e come tutti gli appartenenti a LaCompagnia, è davvero un bel, bel, bel  ragazzo.
Sabato ero a fare aperitivo con Figlia (che sarebbe G, ma sta storia delle iniziali mi sta logorando quindi metterò i soprannomi), e dopo poco arrivano Drop e M. Dopo alcuni scambi di battute uniamo i tavoli e siamo tutti insieme, anche perchè nel frattempo è arrivata altra gente.
E, che dire, un po' mi ha colpito; dava corda alle mie battute (e già qua sarebbe da urlare al miracolo) e tutto il resto. E ha un sorriso davvero molto sexy. In quella compagnia non ci puoi entrare se non sei un bel fiol, abbiamo dedotto io e Figlia.

 

Il fatto è che ultimamente mi sto dando al libertinaggio, ma nel sogno non facevamo nulla, in senso biblico.
Non saprei dirvi cosa accadeva ma era chiaro che stavamo insieme e che...ci amavamo?
La parte fondamentale, quella che mi ha "fatto" fumare la sigaretta è stato il fatto che sembrava davvero reale; come se il sogno non fosse altro che il ricordo di fatti, scene, episodi realmente avvenuti il giorno prima.
Anche quando mi sono svegliata, sono quasi sicura di aver pensato distrattamente di dover fare qualche sciocchezza carina, tipo mandargli un sms del buongiorno.

E poi, la realtà, la luce pigra di una mattina di pioggia durante la sessione d'esami invernali, i libri sul pavimento, i vestiti ovunque, il letto vuoto senza di me. Le sigarette di riserva nel cassetto.

Aleh, cosa stai cercando di dirti?


martedì 15 gennaio 2013

London?!

Il tempo passa e tra una cosa e l'altra non ho più trovato il tempo di fare niente che non sia parlare di etica, in russo, di linguistica o in francese. Fortuna che stamattina almeno un esame è andato e eimen.
By by by the way sto continuando ad andare a letto con F, ma visto che gli uomini sono stronzi in testa, riescono sempre a scombinarti i piani.
Non fai neanche in tempo a gioire del fatto che stai miracolosamente riuscendo nell'impresa di gestire una relazione basata unicamente sulla fisicità che, bam.

Eravamo a pranzo:
F: Allora vieni con me?
A: ...che?
F: Non ti avevo già chiesto se vuoi venire a Londra con me?



A: Stai scherzando.
F: Mai stato più serio.
A: ...ma io sono povera.
F: Guarda, basta il volo. Ho ancora l'appartamento di quest'estate.


Ma quindi?! Che vuol dire?!
Ah sì, poi voglio vedere i miei. "Mamma, Papà, vado a Londra con F. Sì noi due soli. Come chi è F? Ah sì uno sconosciuto, per voi".
Ah benon po!!!

No, ma comunque.

Che vuol dire?!

Come devo tradurre un rapporto che fine a due secondi fa si basava sul rotolarsi tra le lenzuola, mentre ora mi vuoi portare a Londra?

domenica 6 gennaio 2013

Punti di svolta

Oggi, seigennaioduemilatredici, è il giorno della svolta.

Dopo l'esperienza paranormale di ieri (mi era parso di vedere A ad un bar ieri, mi sono girata un secondo uno e lui era scomparso, mah), un paio di pensieri che mi martellano giorno e notte, stavo giusto cercando il punto di svolta.
Fin'ora l'ho sempre aspettato, sedendomi e attendendo pazientemente la sua comparsa fumandomi una sigaretta per passare il tempo.
E si è finalmente presentato una decina di minuti fa.

Stavo giusto guardando un tumblr che parlava di attività fisica, pensando che qualche tempo fa, parlo di un annetto, facevo ancora alcuni esercizi base ogni giorno, poi mi sono persa via e ho raggiunto l'apice della mia pigrizia.
Ma, appunto, 10 minuti fa, mi manda un messaggio una mia amica del liceo, con la quale mi sento moltomoltomolto raramente, ma con la quale sono rimasta anche molto in buoni rapporti. Il messaggio:

"Ciao fanciullaaaaaa!!! Oh è vero che tu da domani vuoi venire in palestra con me? Sìsì!!!"

Neanche a farlo apposta insomma.

E così, Aleh andrà in palestra.

We're gettin' sexy!

Adesso vado a studiare.
Sì dai che è meglio.

mercoledì 2 gennaio 2013

Those Nights

L'anno è cominciato davvero alla grande.
Seriamente, l'altra notte mi sono divertita come poche volte in vita mia; ho dei vuoti pazzeschi, ma ero con i miei amici ed è andato tutto benone. Non so come ci sono fisicamente arrivata a San Giusto (ero a Trieste, S. G. è un punto molto alto della città, con delle rovine romane, non so spiegarmi meglio), ma mi sono ritrovata là, senza neppure aver bruciato tutto l'alcool, e il panorama mi ha completamente ripagata della fatica.
Speriamo continui così, l'anno scorso è cominciato proprio male ed è andato avanti per quella strada per tutti i mesi, anche se c'è chiaramente stato qualche picco di felicità assurda.

Ora però sono un po' tristi.
Oggi sono tre anni che non vedo Matteo.
Matteo era il mio migliore amico.
Non gli è successo niente di male, eh, non preoccupatevi, ma ha raggiunto il padre che si risposava all'estero.
A sette ore da qua.
Sette ore di fuso orario, intendo.
E ogni tanto mi manca, mi manca tanto. Ho trovato poca gente che mi capisse o anche solo ascoltasse come faceva lui. Con lui e quella compagnia ho preso la prima sbronza dura, ho fatto le prime cazzate, sono andata per la prima volta in discoteca, tutte quelle cose là. Quelle cose belle.
Poi, tre anni fa, l'ultima nottata.
Abbiamo preso, siamo andati a Lignano. Il due gennaio. Eravamo così andati che abbiamo trovato il coraggio di fare il bagno. Il giorno dopo stavo malissimo, figuratevi, ma ne era valsa la pena.
La compagnia si sciolse, loro sono più grandi di me di sei anni, ognuno è andato per la sua strada.
E io sono contenta per loro.
Ogni tanto Matte si fa sentire, mi chiama (lui è davvero pieno di soldi. Fuori maniera. Avete presente Gossip Girl? Quei tizi? Okay, non così tanto, ma siamo lì dai), e parliamo un po'.
Ora ha trovato un morosa stabile e dopo un anno e mezzo hanno deciso di andare a convivere in un appartamento di Soho, mi pare.
Mi manca tanto.

E in questi casi metto sempre una canzone; quando voglio parlare qualcuno e non c'è nessuno di adatto, penso sempre a lui e a Mattia.
Mattia è stato il mio più grande amore, Matteo è stato qualcosa di irripetibile. Eravamo lo specchio l'uno dell'altra. E ogni tanto mi manca davvero troppo. E allora metto questa:



I remember when
We used to laugh
About nothing at all
It was better than going mad
From trying to solve all the problems we're going through
Forget 'em all
Cause on those nights we would stand and never fall
Together we faced it all
Remember when we'd

Stay up late and we'd talk all night
In a dark room lit by the TV light
Through all the hard times in my life
Those nights kept me alive

We'd listen to the radio play all night
Didn't want to go home to another fight
Through all the hard times in my life
Those nights kept me alive

I remember when
We used to drive
Anywhere but here
As long as we'd forget our lives
We were so young and confused that we didn't know
To laugh or cry
Those nights were ours
They will live and never die
Together we'd stand forever
Remember when we'd

Those nights belong to us
There's nothing wrong with us

I remember when
We used to laugh
And now I wish those nights would last